
"Fu un’opportunità di ricerca e innovazione. Ai tempi la radio era monopolio Rai: l’idea di una emittente libera è stata...
«Cos’è la radio? Bella domanda. Io ho iniziato a 10 anni e ne sono passati allegramente 50. La radio è la mia vita! Ho avuto la possibilità di entrare da piccino», racconta Fernando Proce, conduttore di Radio 101: «Facevo un programma per bambini: “Tra fantasia e realtà”. I pezzi più suonati nel 1975 erano “La tartaruga” di Bruno Lauzi, “Isotta” di Pippo Franco, “Tarzan lo fa” di Nino Manfredi. Poi è arrivato “Mackintosh” di Mal ancor prima di “Furia”. Non ho avuto modo di scegliere e ogni tanto ci penso, avrei potuto fare il medico o l’idraulico…».
Com’è cambiata la radio?
«Come cambiamo noi, come cambia tutto. Si adatta. È diventata polifunzionale, multidevice, televisiva. Però è sempre un mezzo discreto, non invadente, che si può adattare al proprio stile di vita. Puoi portarla dove vuoi, nonostante la diano in sofferenza. Recentemente mi è capitato di parlare con Renzo Arbore: lo obbligarono, mi disse, a fare un programma in radio per i giovani “perché la radio era morta”. Questo succedeva 50 anni fa… Ora tanto affanno a star dietro all’intelligenza artificiale, vedremo cosa succederà».
Perché resiste negli anni?
«Perché è una compagna discreta, gestibile, non disturba. Puoi adattarla e declinarla come vuoi. La radio è la compagna ideale. La diretta 24 ore su 24 è, inoltre, un grande plus. Non credo possa svanire, può adattarsi alle tecnologie, ma fa parte del nostro vivere quotidiano. Credo durerà per sempre, sono romantico in questo senso…».
Un aneddoto?
«Ne ho vissuti talmente tanti. Io venivo da una famiglia molto umile, gente contadina, e volevo fare radio. Mio nonno, ricordo, quando ero ragazzino mi chiedeva: “Ma nella radio si entra come si entra nel frigorifero o nella lavatrice?”. Altro ricordo: ho avuto il piacere di incontrare la figlia dell’inventore della radio, Guglielmo Marconi, la principessa Elettra, in un periodo particolare della mia vita. Avevo perso il papà ed ero andato a ritirare il Telegatto per la più bella voce dell’epoca. Era il 1996, fu un’emozione indimenticabile».