"Inzaghi? Prolungheremo . Nessun problema rinnovi: tutti vogliono restare qui

L’ad nerazzurro lavora alla conferma dello zoccolo duro ma con un occhio ai conti

di Mattia Todisco

MILANO

C’è uno scudetto fresco fresco di conquista da festeggiare. E una stella, la seconda, che illumina il futuro prossimo. Quello a cui sta già lavorando Beppe Marotta, che ieri è tornato a raccontare cosa ci sia dietro l’impresa. "Dobbiamo riconoscere il ruolo importante dell’allenatore e della squadra - ha spiegato l’ad -. Entrambi hanno avuto alle spalle una società forte. Credo che non esista vittoria se non c’è alle spalle una società forte. È venuto fuori un modello vincente e siamo orgogliosi di rappresentarlo".

Modello che vince, non si cambia. E ci mancherebbe quando arrivano annate come queste con un tricolore cucito sulla maglia con cinque giornate di anticipo. Opportunità in più per cominciare a muoversi nel solco tracciato: "Vogliamo continuare questo processo evolutivo, non certo rivoluzionarlo". Nessuna rivoluzione, semmai solo conferme, a partire proprio da Inzaghi a cui Marotta dedica grandi elogi. "L’ho avuto un anno alla Samp, non tutti se lo ricorderanno. Quando dovevamo scegliere il dopo Conte, con Ausilio e Baccin siamo andati dritti su Inzaghi. All’inizio ha pagato lo scotto dal fatto di passare dalla Lazio all’Inter, ma poi con intelligenza ha saputo gestire le pressioni". Il “timoniere“ è la prima conferma nel dopo scudetto. Conferma scontata, certo, ma certificata con tanto di imprimatur.

"La guida tecnica di Inzaghi non si discute assolutamente, anzi ci sederemo insieme al nostro presidente Zhang per allungare il contratto". Continuità nel rispetto del bilancio come ribadisce l’ad nerazzurro: "Cercheremo di raggiungere l’obiettivo della sostenibilità che ormai caratterizza un po’ tutte le squadre italiane. Ma lo faremo con l’obiettivo di centrare sempre i nostri risultati sportivi". Continuità anche sul fronte giocatori di una squadra che ha conquistato sì tanto ma secondo Marotta ha pure "un ampio margine di miglioramento". Dici continuità e il discorso vira sul rinnovo di Lautaro e Barella, due colonne di questo scudetto. "Non abbiamo nessuna ansia di intervenire sui giocatori in scadenza. C’è da parte nostra la volontà di analizzare un parco giocatori che richiedono loro stessi il prolungamento dei contratti e del loro mantenimento in questa società e cercheremo di assecondarli dove c’è possibilità di farlo per mantenere uno zoccolo duro". Un impianto da mantenere e su cui Marotta osa anche sbilanciarsi oltre le attese. "In questo momento tutti i giocatori dell’Inter hanno espresso la volontà di proseguire con noi".

Orgoglio da dirigente bi-stellato? Anche ma non solo. Dietro l’esternazione la sensazione di una presa di coscienza della società di aver consolidato un ciclo e che ora intende cavalcarlo. Un ciclo che ha avuto un suo momento topico nella finale di Champions, che pur nella sconfitta è stato un passaggio fondamentale. "È servita assolutamente, abbiamo imparato che nello sport bisogna essere ambiziosi, non arroganti. Bisogna avere consapevolezza nei propri mezzi, subito dopo la partita ci siamo accorti che avremmo potuto fare meglio, ai punti forse avremmo meritato noi. Ci è servito come auto-convinzione".

Churchill amava ripetere che il successo è l’abilità di passare da una sconfitta ad un’altra. I nerazzurri sono riusciti a metabolizzare Istanbul e a confezionare il capolavoro di quest’anno e ora vogliono restare perché "hanno capito che siamo l’Inter, tra le migliori squadre d’Europa. Meglio di qua, dove dovrebbero andare?". Appunto, perché i successi hanno portano entusiasmo ma hanno una forza attrattiva nei confronti di chi la maglia nerazzurra ora comincia a volerla indossare. Marotta è uomo di mercato, sa come funzionano le leggi della domanda e dell’offerta e sa che l’appeal dell’Inter è cresciuto e oggi brilla con due stelle.

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