Mohanad detto Momo, investito e ucciso a Milano: "Quel suo rap dedicato alla mamma morta"

L'11enne sarebbe andato in seconda media alla Puecher. Insegnanti e compagni gli dedicheranno uno spazio: "Non ti dimenticheremo"

Milano - Ascoltava la musica rap e si era messo a scrivere un testo tutto suo. Voleva trovare un posto nel mondo e scaricare su un foglio la sofferenza per aver perso la mamma. "Un dolore grande. A giugno ci eravamo lasciati con una promessa: al rientro dalle vacanze mi avrebbe fatto leggere la sua canzone, non ancora ultimata. Ma Momo non c’è più, non potrà mantenere la sua promessa. Io sono straziata". Parla Noemi Morrone, insegnante di lettere di Mohanad Moubarak, il bimbo di 11 anni investito e ucciso poco dopo la mezzanotte di martedì da un pirata della strada (un ventenne italo marocchino senza patente che si è costituito dopo oltre 4 ore) mentre era in sella alla sua bici in via Bartolini, vicino viale Monte Ceneri. Aspettava che il papà finisse di lavorare nel suo ristorante "El Sultan", a poche decine di metri, e intanto pedalava. In famiglia e a scuola lo chiamavano Momo. Frequentava la 1E alla media Puecher dell’Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni di via Castellino da Castello, sempre in zona, e a settembre sarebbe andato in seconda. La sua scuola ora lo ricorda con un messaggio sul sito: "A Mohanad. Non è facile lasciare andare il tuo sorriso... Grazie per aver condiviso con noi il tuo breve cammino".

Ma non finirà qui. "A settembre, insieme ai compagni di classe, penseremo a come ricordarlo in modo speciale, per sempre. Siamo tutti sconvolti, sentiremo la sua mancanza", dice la dirigente scolastica Anna Ferri, aggiungendo che "abbiamo comunicato la notizia ai compagni attraverso i rappresentanti di classe, cercando di farlo nel modo più delicato possibile. Non sarà facile rientrare in classe senza un compagno". L’intenzione è anche quella di attivare un percorso psicologico in classe. "Di sicuro terremo vivo il suo ricordo – continua l’insegnante Morrone –. A maggio avevamo ritinteggiato le pareti dell’aula: ognuno ne aveva dipinto un pezzo per poi allestire una piccola mostra fotografica sui luoghi attorno alla scuola. Momo aveva fotografato i graffiti vicino al sottopasso. Sarebbe bello riempire di ricordi lo spazio da lui dipinto. E, magari, dedicargli un giardino o un altro luogo aperto al pubblico".

Ma com’era, Momo? "Un preadolescente pieno di desideri e di dubbi, come tutti – risponde Morrone – ma anche tanto fragile per aver perduto la mamma. E per questo grave lutto che aveva dovuto affrontare quando era molto piccolo, a 9 anni e mezzo, faticava a volte a trovare la motivazione nello studio. Ma era benvoluto dai compagni, che percepivano la sua sofferenza". La mamma è morta a maggio del 2020 dopo una lunga malattia e Momo, il più piccolo della famiglia, era accudito dal papà, dalle due sorelle e da un fratello, tutti più grandi. Rawan, una delle sorelle, scrive su Facebook: "Sei andato da mia madre, Muhannad, mandale i saluti! Il mio cuore è spezzato, o Allah, sii gentile con me, e dammi la pazienza di continuare". Intanto proseguono le indagini della polizia locale, coordinate dal pm Rosario Ferracane, per accertare la dinamica dell’incidente. "C’é tanto dolore, ma preferiamo non dire nulla e aspettare le indagini. Ci siamo affidati a un avvocato", l’unico commento dei familiari. E in via Bartolini sono comparsi mazzi di fiori gialli e bianchi, con un biglietto: Riposa in pace.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro