Era stato all’Amaranta Club, locale di musica latinoamericana, con un amico. Quella tra sabato e domenica era stata una notte di festa terminata poco prima dell’alba. "Era stato qui fino alle 5 poi è uscito con un amico per tornare a casa - racconta una parente di Matteo Rodriguez, il giovane 26enne deceduto domenica mattina lungo le rotaie del tram 15 in via dei Missaglia a Milano -. Abitava qui vicino e stava tornando a casa. A piedi perché non usava l’auto quando veniva a ballare. È stata una morte terribile e ancora non riusciamo a crederci, non riusciamo a capire come sia stato possibile che lo abbiano investito tanti tram e nessuno si sia accorto di nulla. Spero solo che non abbia sofferto. Ora c’è la mamma che sta molto male, è distrutta dal dolore". Il racconto di cosa sia accaduto quando è uscito dal locale lo ha fatto l’amico e coinquilino che stava tornando a casa con lui.
Il giovane che domenica mattina si è messo a seguire il segnale del cellulare per trovare l’amico ed è arrivato al comando della polizia locale dove ha fatto la terribile scoperta. Accorgendosi di aver sbagliato direzione, il coinquilino è andato a controllare gli orari sulla banchina della corsia opposta, lasciando lì il 26enne. Una volta tornato, ha spiegato che di lui "non c’era più alcuna traccia". Come confermano anche i filmati delle telecamere, l’amico lo ha cercato lì intorno, ma il giovane a quel punto era già riverso a terra sulle rotaie e, a causa del buio e della pioggia, non è stato visto. Stando a quanto emerso dalle immagini analizzate dagli agenti della polizia locale il primo investimento sarebbe avvenuto intorno alle 5.45 e da lì in poi ne sarebbero seguiti almeno altri cinque e probabilmente anche di più.
Massimiliano Saggese