Moustafa Khawanda, 29enne arrestato lo scorso 17 aprile per propaganda e istigazione a delinquere finalizzate all’odio razziale e religioso, aggravate dall’apologia della
Shoah, è stato sentito dal gip Massimo Baraldo per l’interrogatorio di garanzia. Il giovane, italiano di origine egiziana, ha chiarito la sua totale estraneità a gruppi, associazioni e contesti terroristici violenti, precisando di avere agito in uno stato
"di grande choc" per i bombardamenti a Gaza e che i suoi scritti si sono fermati al 16 ottobre 2023, prima che fosse eseguita la perquisizione. A quanto si è saputo, nel corso dell’interrogatorio ha poi ribadito la sua contrarietà al genocidio dei palestinesi.
"Il profilo del mio assistito è emerso in tutta la sua linearità", ha osservato il difensore Luca Bauccio.
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