SIMONA BALLATORE
Cronaca

Internazionalizzazione e democrazia culturale: il nuovo corso della Iulm con Valentina Garavaglia

La Iulm inaugura il 56esimo anno accademico puntando su internazionalizzazione e democrazia culturale sotto la guida di Valentina Garavaglia.

La rettrice Valentina Garavaglia inaugura l’anno accademico con il ministro Bernini

La rettrice Valentina Garavaglia inaugura l’anno accademico con il ministro Bernini

Si punta sull’internazionalizzazione, in tempi di guerra e di calo demografico, e sulla democrazia culturale, anche con corsi di alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale. Si apre così il 56esimo anno accademico della Iulm, il primo guidato da una rettrice: Valentina Garavaglia. Docente di Teatro e già prorettrice vicaria nel mandato di Gianni Canova, traghetterà la Iulm fino al 2030.

Quali saranno le priorità? "È un tempo complesso per l’università, con sfide nuove: da un lato la tecnologia incalza, con un’offerta formativa sempre più online; dall’altra la contrazione della natalità avrà impatto anche sugli atenei e spinge a un’apertura al mondo".

Già quest’anno a Milano le immatricolazioni sono tornate a crescere, trainate dagli stranieri. È così anche in Iulm? "Sì, negli ultimi sei anni gli studenti internazionali sono cresciuti del 60%; abbiamo stretto più di 300 accordi in 30 Paesi. Milano è una città che da sempre, con le sue caratteristiche, è al centro d’Europa. Anche la narrazione della città cara va rivista in questi termini: è cara tanto quanto le grandi città europee".

Come trattenere però chi viene da fuori? "Mettendo a disposizione servizi per rispondere ai bisogni, che sono diversificati: oggi abbiamo 240 posti letto, stringeremo accordi con altre strutture. Parallelamente, in tempi di guerra, apriamo le porte anche agli studenti rifugiati: 43 solo negli ultimi due anni. Non pagano la retta, diamo loro un posto letto e un contributo per il pasto".

Gli atenei stanno cambiando il concetto di periferia? "Noi siamo in una posizione di confine: dal 2008 abbiamo cambiato volto al quartiere della Barona, incentivando scambi e contaminazioni con la città. L’obiettivo è una democrazia culturale: dobbiamo avere cura delle intelligenze. Va in questa direzione il programma “Iulm for the city“, con corsi gratuiti aperti a tutti. In questo senso l’ateneo si pone ancora come ascensore sociale. Apriremo un corso nuovo: '“Intelligenza artificiale: nuova tecnologia o nuova era per l’umanità?" Serve un’alfabetizzazione, con docenti che affrontino anche i temi etici".

Cantieri e corsi all’orizzonte? "Abbiamo in fieri la ristrutturazione dell’Iulm 8 in via Russoli e nei primi mesi dell’anno inaugureremo il Museo della comunicazione. Con il World Economic Forum abbiamo costatato che i nostri percorsi sono in linea con le esigenze del mercato, ma la nostra è una fabbrica che non si ferma mai: rinnoviamo anche i corsi storici".

Come rispondere alla sfida delle telematiche? "Iulm crede nell’università in presenza, nel modello campus, nell’esperienza. Le nuove tecnologie non ci spaventano, anzi. Le utilizziamo nei nostri laboratori e ampliamo la formazione a distanza più per i master, per la formazione permanente".

Prima rettrice alla Iulm e a Milano ora siete 5 su 8. "È un bel segnale: ci sentiamo spesso e ci prendiamo cura delle università".