Inter-Juve, ultras arrestati dopo scontri: “Faranno lavori di pubblica utilità”

I due tifosi nerazzurri, 22 e 24 anni, erano stati arrestati dopo la partita a San Siro. Dopo il match erano stati lanciati petardi e bottiglie di vetro contro il pullman bianconero ed era stato danneggiato un mezzo della polizia

Uno dei pullman della Juventus e la polizia attorno a San Siro

Uno dei pullman della Juventus e la polizia attorno a San Siro

Milano – Erano stati arrestati nella notte tra il 4 e il 5 febbraio scorso, vicino allo stadio di San Siro dopo Inter-Juve, quando un centinaio di ultras nerazzurri hanno lanciato petardi e bottiglie di vetro contro i pullman dei tifosi bianconeri e anche alcune bombe carta verso i mezzi delle forze dell'ordine, causando pure il danneggiamento di un veicolo della polizia. Oggi ai due ultras interisti di 22 e 24 anni è stata concessa oggi la “messa alla prova”, ossia la sospensione del processo per un programma di lavori di pubblica utilità. Lo ha deciso nel processo per direttissima la giudice del Tribunale di Milano Paola Filippini.

Dopo l'arresto e la convalida del provvedimento un mese fa, i due erano tornati liberi perché non era stata disposta alcuna misura cautelare. Difesi dall'avvocato Mirko Perlino, erano accusati, a vario titolo, di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e lesioni. Un poliziotto, infatti, era rimasto ferito ad una gamba. Ad uno dei due arrestati, in particolare, era stato contestato che "per opporsi all'identificazione” si sarebbe divincolato facendo cadere un poliziotto. E all'altro di aver sferrato calci e pugni contro gli agenti. Accuse che in aula entrambi avevano respinto. Con la concessione della messa alla prova ora gli imputati dovranno effettuare dei lavori di pubblica utilità e se il programma andrà a buon fine per loro sarà dichiarata l'estinzione dei reati contestati.