REDAZIONE MILANO

"Intellettuale militante e rigoroso"

"Ci siamo conosciuti in un master all’Università . Era amabile, sorridente. e capace di farsi capire"

Alberto Martinelli, professore emerito di Scienza politica e Sociologia all’Università degli Studi di Milano, lei è stato Preside

della Facoltà di Scienze politiche dal 1987 al 1999, mentre Giorgio Galli era docente di Storia delle Dottrine Politiche nella facoltà di Filosofia.

Un suo ricordo personale?

"Ci siamo conosciuti all’Università, negli anni ’70. Dal punto di vista anagrafico ci divideva solo una differenza di 12 anni. Fra noi c’è sempre stato un rapporto di stima reciproca e di amicizia. Anche se non ci siamo mai frequentati tantissimo ci sono state molte occasioni di incontro all’Università di Milano, alla Scuola superiore di Sociologia, in convegni scientifici, dibattiti politici, serate amicali. Galli è stato un esempio rigoroso di intellettuale militante, appassionato osservatore della realtà politica, autore di libri e saggi intelligentemente problematici, a cominciare da quelli fondamentali sui partiti politici; è stato un intellettuale capace di parlare ad un pubblico ampio e vario, conducendo tra l’altro una rubrica fortunata su Panorama".

Un intellettuale apripista per i tempi...

"Direi uno dei pochi davvero capaci di spiegare i meccanismi complessi della politica italiana unendo il rigore dell’analisi alla chiarezza del linguaggio. Lo guidava una inesauribile curiosità che lo ha spinto ad affrontare temi e realtà diverse e anche ad indirizzarsi verso una dimensione esoterica della politica (ma quello è il Galli che conosco meno).Era capace di cogliere acutamente il senso di quanto ci accadeva intorno. La sua cifra intellettuale sta nella grande indipendenza di spirito, era capace di confrontarsi rispettando le idee degli altri".

Non una qualità da poco in tempi in cui si pratica la politica urlata o dell’annuncio...

"Si e credo che negli ultimi tempi fosse molto preoccupato della degenerazione della politica spettacolo".

Lei l’ha definito di un’intelligenza inquieta. Cosa intende?

"Era irrequieto e appassionato, come tutti gli intellettuali, estraneo ad ogni tabù ideologico, ripeto, consapevole della propria intelligenza critica ma senza nessun cedimento alla vanità. Ed è stato anche un professore molto amato dai suoi studenti".

Come lo ricorderà?

"Era amabile, sorridente, intuitivo e profondo. Abbiamo percorso un pezzo di vita insieme, lo ricorderò con affetto, non solo per i suoi meriti scientifici e professionali". Stefania Consenti