FEDERICO DEDORI
Cronaca

Insulti sessisti a due studentesse: "Noi ragazze, più forti dei leoni da tastiera"

Nel mirino le candidate del Virgilio durante l’elezione del consiglio di istituto a distanza. La scuola prenderà provvedimenti

La campagna social 'Gli insulti non ci fermano'

Milano, 31 ottobre 2020 -  «Donna taci», "Hai più piercing che diritti", "L’area per stuprare?" e, ancora, "Ma zia sei una donna, chi vuoi che ti vota". Sono solo alcuni degli insulti che le studentesse 17enni, Margherita Scotti e Nina Paracchini del liceo Virgilio, si sono trovate sotto forma di commenti durante il loro intervento in streaming nel dibattito tra candidati a rappresentanti degli studenti in consiglio d’istituto. A scrivere, nascosti dietro nomi fasulli, compagni di scuola e non solo, così i "leoni da tastiera" hanno provato a mettere all’angolo le due giovani, che con grande forza si sono ribellate.

Con la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole superiori e il passaggio alla didattica a distanza, è andato online anche il processo che ogni anno accompagna gli studenti ad eleggere i propri rappresentanti in consiglio d’istituto. Non potendo raggruppare i ragazzi fisicamente, le due liste candidate e la scuola hanno scelto di mandare in rete l’assemblea, in modo da far partecipare tutti gli studenti. Durante l’incontro però, alcune persone nascoste dietro ai computer hanno iniziato a insultare le due ragazze. La loro colpa? Essere donne.

"Non è mai piacevole ricevere insulti, minacce o apprezzamenti fuori luogo, soprattutto in un epoca come la nostra in cui si parla spesso di progresso e di passi avanti su temi come sessismo e integrazione - spiega affranta Margherita Scotti -. Purtroppo siamo consapevoli che tali comportamenti sono frequenti sul web e perciò abbiamo dato poco peso a queste parole, ritenendo che l’atteggiamento migliore da adottare in una situazione del genere sia quello di non farsi influenzare o ferire".

Con grande forza di volontà le due studentesse del Virgilio hanno dato il via a una campagna sui social in cui chiedono a tutti di pubblicare una loro foto cartello in mano con l’hashtag "Gli insulti non ci fermano". "Abbiamo deciso di condividere il più possibile l’accaduto perché pensiamo che queste parole volgari, sessiste e omotransfobiche ad altri ragazze e ragazzi avrebbero potuto fare molto più male che a noi e che quindi dovevano essere segnalate il più possibile", racconta Nina Paracchini. Dopo l’accaduto in tanti hanno scritto a sostengo delle due giovani. Anche l’altra lista, quella del collettivo, ha denunciato l’episodio suggerendo di "portare all’interno delle lezioni gli ideali fondamentali di antisessismo, antirazzismo e antifascismo" per evitare che ciò possa riaccadere. Nel frattempo, il dirigente scolastico ha scritto una circolare mostrando la sua solidarietà e la necessità di prendere provvedimenti.

A denunciare l’accaduto per primo sui social è stato il Fronte della Gioventù Comunista. Solidarietà alle studentesse del liceo Virgilio anche dal collettivo Lambretta e da Studenti Tsunami: "Basta sessismo nelle scuole". «I comportamenti di queste persone non nascono solo dalla possibilità di essere anonimi, che è solo il mezzo attraverso il quale vengono esposti questi pensieri, bensì nascono da una concezione tossica e distorta di identità che viene spesso imposta in modo più o meno velato sin dalla nascita, creando un errato sentimento di superiorità – conclude Nina Paracchini -. Ciò porta ad avvenimenti come questo, ma anche ad azioni molto più gravi, come la violenza domestica, i crimini a sfondo sessista, omofobo o razziale e infinite altre cose".