Infortunio nella logistica: prescritto top manager Ups

James O’Gara, allora al vertice in Italia, a processo per un incidente del 2013. Annullata la condanna per la mancata notifica sulla chiusura delle indagini

Migration

di Nicola Palma

James O’Gara ha lasciato Milano nel 2014, dopo un triennio come country manager di Ups, leader mondiale in trasporto pacchi e spedizioni internazionali. Da una recente sentenza della Cassazione, si scopre però che il dirigente scozzese di 58 anni, oggi presidente della filiale inglese della multinazionale americana, aveva fino a qualche mese fa una pendenza giudiziaria in Italia, che ora si è chiusa con la prescrizione. La vicenda risale al 22 novembre 2013: quel giorno, l’egiziano Abdelmoeti Saleh S., dipendente di una cooperativa che all’epoca aveva in subappalto l’attività di movimentazione delle merci nella sede Ups di via Fantoli, rimane col piede sinistro incastrato in uno spazio di circa 20 centimetri tra il cassone di un camion e la piattaforma idraulica mentre sta scaricando con altri colleghi un air container di grosse dimensioni; l’uomo resta schiacciato tra il container e la ribalta, procurandosi la frattura del malleolo laterale, con una prognosi superiore ai 90 giorni. Dell’infortunio dell’addetto, "successivamente deceduto per altra causa", è chiamato a rispondere anche il "datore di lavoro" O’Gara, per "colpa consistita nell’aver omesso di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori occupati – anche alle dipendenze di appaltatori e subappaltatori delle attività di distribuzione e movimentazione della merce – mettendo a disposizione attrezzature utilizzate per le operazioni di carico e scarico delle merci da e sui furgoni inidonee ai fini della sicurezza". In particolare, nel mirino dei pm finisce la "rampa di carico adoperata per le operazioni, non sicura in quanto non tale da evitare il rischio di cadute dei lavoratori addetti e di schiacciamento degli arti".

In entrambi i giudizi di merito, O’Gara viene condannato per lesioni personali colpose, anche se in Appello la pena viene rideterminata in 20 giorni di reclusione, "previa concessione delle attenuanti generiche". I legali del top manager fanno ricorso in Cassazione, affidandosi a una serie di motivi di contestazione: il primo punta "sull’omesso avviso di chiusura delle indagini preliminari nonostante l’espletamento di nuove indagini". Per la Suprema Corte, la questione prospettata dalla difesa "non è manifestamente infondata alla luce della consolidata giurisprudenza, che àncora la questione della necessità dell’avviso alla natura delle investigazioni e cioè se le stesse siano distinte e autonome rispetto ai temi indicati con le richieste difensive". Di conseguenza, il reato va dichiarato estinto per prescrizione, scattata il 4 agosto 2021 dopo la scadenza del termine massimo di 7 anni e 6 mesi (inclusi i periodi di sospensione). Conclusione: niente condanna per O’Gara.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro