ANDREA GIANNI
Cronaca

Infortuni sul lavoro, dramma invisibile: "Dal necroforo alla madre coraggio. Le nostre storie di dolore e speranza"

Il docufilm “InSicurezza“, di Stefano D’Andrea e Paolo Cirelli, presentato alla Camera "Un piccolo contributo per una cultura della prevenzione, partiamo dalle scuole elementari".

Infortuni sul lavoro, dramma invisibile: "Dal necroforo alla madre coraggio. Le nostre storie di dolore e speranza"

Infortuni sul lavoro, dramma invisibile: "Dal necroforo alla madre coraggio. Le nostre storie di dolore e speranza"

Il dolore di Ester Intini, che dal 10 aprile 2019 convive con la perdita del figlio 25enne, Gabriele Di Guida, morto nell’azienda di packaging Silfa di Sulbiate, trascinato per il braccio da un rullo e stritolato per 28 minuti. L’infortunio di un necroforo che si è trovato con la gamba spezzata durante un funerale a Milano, per la caduta di una bara che stava trasportando in chiesa con altri tre colleghi. Storie che si incrociano nel docufilm “InSicurezza“, di Stefano D’Andrea e Paolo Cirelli, per uscire dalle fredde statistiche e raccontare attraverso le voci di vittime, infortunati e parenti, giornalisti, tecnici e professionisti il dramma degli incidenti sul lavoro, con l’obiettivo di "diffondere una cultura della prevenzione anche in tutti gli altri ambiti della vita". Un lavoro prodotto da CMF Storytelling, con il supporto dell’Anmil e del gruppo Silaq, presentato alla Camera. Solo l’anno scorso, in Lombardia, 133 persone sono morte a causa di infortuni in occasione di lavoro. La maglia nera è la Città metropolitana di Milano, con 47 decessi totali secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega. Scrittore, fotografo e docente Iulm, Stefano D’Andrea ha già lavorato su problemi "invisibili", come quello dei senzatetto.

Perché ha scelto, questa volta, di concentrarsi sul tema degli infortuni sul lavoro?

"L’idea è nata dalla mia amicizia con il presidente di un’azienda che si occupa di sicurezza sul lavoro. Io faccio lo scrittore e amo raccogliere storie, la considero la mia missione. E la narrazione sul dramma degli infortuni sul lavoro è spesso sbagliata. Se ne parla quando avvengono e poi spariscono dai media. Dietro i numeri ci sono delle storie, e ho pensato di far parlare i protagonisti. Non solo i parenti delle vittime ma anche persone che hanno subito piccoli infortuni di cui non si parla, esperienze anche in positivo sul tema della formazione e della sicurezza. Grazie a una collaborazione con l’Anmil si è aperto un mondo. Lo considero un lavoro importante anche per i lavoratori del futuro, visto che ho una figlia di otto anni. L’obiettivo è portare un contributo allo sviluppo di una cultura della prevenzione e dell’attenzione al rischio non solo sul lavoro ma anche negli ambiti generali della vita".

Quali storie l’hanno colpita di più?

"Ce ne sono alcune che possono far sorridere, come ad esempio l’infortunio capitato a un necroforo, che durante un funerale si è trovato con la gamba spezzata a causa della caduta della bara durante il trasporto. Poi la battaglia di Ester Intini che, dopo la morte del figlio di 25 anni, spende il suo tempo per portare la sua testimonianza nelle scuole, che ogni volta riapre le ferite".

Per la prevenzione degli infortuni sono state avanzate tante proposte, ma non è stata ancora trovata una soluzione. Come si potrebbe agire nel concreto?

"Durante la presentazione del nostro docufilm alla Camera l’onorevole Rizzetto ha parlato della proposta di legge per inserire nei programmi delle scuole una materia che insegni le norme di base sulla sicurezza, con l’obbligo di promuovere incontri anche con esperti e testimoni. Sarebbe un buon punto di partenza, perché sono convinto che bisognerebbe partire dalle scuole elementari per sviluppare una vera cultura della prevenzione. Voglio poi rilanciare un appello ai ragazzi, arrivato durante l’incontro alla Camera, in un mondo del lavoro che corre sempre più veloce e aumenta le sue pretese: “Se qualcuno vi chiede di fare qualcosa che potrebbe mettere in pericolo la vostra vita e nuocere alla vostra salute dovete avere la forza di dire di no".