ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Lotta all’inflazione, ecco come si fa la spesa a Milano: addio provviste. La carne rossa è un lusso

L’aumento dei prezzi abbatte del 5% gli acquisti di cibi e bevande. Niente provviste si spende poco per volta inseguendo le offerte. In calo frutta e verdura

un carrello della spesa

un carrello della spesa

Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione a settembre ha registrato "un ulteriore, sebbene lieve, rallentamento, scendendo al +5,3%". La nuova discesa del tasso di inflazione risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno si riduce sensibilmente, "pur restando su valori relativamente marcati (+8,6%)", sottolinea l’istituto. Una diminuzione che, se c’è, si fa fatica a vedere. La febbre dei prezzi continua ad essere alta. Nei supermercati la sensazione è sempre quella di spendere di più per comprare meno. Una quota di persone rinuncia a consumi di carattere conviviale, incluso il milanesissimo aperitivo, fanno notare dal Bar Bitter di via Palmanova.

E a fare le spese dello scenario inflattivo c’è pure la cura della persona: per barba e capelli si riduce la frequenza al salone o si fa proprio a meno del servizio, ricorrendo al fai-da-te. Al negozio BelliCapelli di via Meda c’è chi addirittura si presenta con il proprio shampoo per ottenere uno “sconticino”. Se non si sacrifica (ancora) la cura del corpo, diminuiscono gli abbonamenti annuali in palestra, come alla Leonidas di via Apelle: nel quadro attuale sono, per alcuni, una spesa impossibile da sostenere in un solo colpo.

Secondo la fotografia dell’ultimo rapporto Coop, l’inflazione ha abbattuto negli ultimi due anni il potere d’acquisto di 6.700 euro pro capite. Il disagio non colpisce più solo le classi meno abbienti, ma morde la carne viva della classe media. Anche perché il lavoro non paga quanto dovrebbe, con retribuzionI non più sufficienti se i prezzi continuano a salire. Per Coldiretti, le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023. Il governo ha cercato di correre ai ripari, dopo aver raggiunto un’intesa con la grande distribuzione, con il patto anti-inflazione, partito all’inizio del mese. Per le famiglie vuol dire prezzi bloccati su un paniere di beni fino a fine anno, ma è troppo presto per valutarne gli effetti.

Nel frattempo, è successo che le famiglie, anche sotto la Madonnina, abbiano modificato lo stile alimentare e non nell’auspicata direzione "sovranista". Secondo l’ultimo rapporto Coop, il consumo di frutta e verdura si è ridotto del 15,2% in due anni, pari a oltre 15 chili a testa. Si è abbandonata la spesa di "provvista" che tanto furoreggiava durante il periodo pandemico: meglio spendere poco per volta, inseguendo la stella del risparmio e facendo lo slalom fra le insegne, anche dei discount non italiani.

Spulciando tra l’Osservatorio Prezzi del Ministero delle imprese e del Made in Italy per la provincia di Milano (aggiornato ad agosto 2023), si rimane colpiti dal prezzo dei pomodori ciliegini in piena stagione – in media quasi 4,50 al chilo – o dell’insalata in confezione, circa 7,70 euro al chilo, quanto un chilo di carne di maiale con osso, la cui vendita – dicono all’Ok Sigma di via Bolzano – si è impennata. La carne rossa è tornata a essere un lusso, come una volta: per un chilo di bovino adulto si sborsano in media circa 23 euro.