Inferno nel cuore di Milano Esplode un furgone: auto e case distrutte Terrore nell’asilo nido

A bordo le bombole a gas, un guasto nel motore ha innescato l’incendio: decine di sfollati. Nel plesso scolastico erano presenti 300 studenti. "Sembrava un attentato, è stato terribile".

di Andrea Gianni

e Nicola Palma

Il fumo dal cofano. Le fiamme che si propagano in pochi secondi. Gli scoppi in serie. Le scintille che si mangiano il marciapiedi e allargano il rogo alle auto parcheggiate e a un palazzo. L’onda d’urto che tira giù i vetri delle abitazioni e lambisce le finestre di una scuola. I residenti terrorizzati dalla raffica di botti fortissimi, di corsa per le scale in ciabatte: "Non sapevo cosa fare, pensavo ci fossero bombe in strada". La colonna di fumo nero è altissima, si vede a chilometri di distanza e fa sprofondare Milano nell’incubo attentato. Un incubo da cui la risvegliano dopo pochi minuti le testimonianze di chi ha assistito in diretta all’intera sequenza e gli accertamenti preliminari delle forze dell’ordine: l’incendio è divampato nel vano motore di un furgone per motivi accidentali e in un attimo ha innescato il carico di bombole di ossigeno medicale, stipate nel retro del camioncino della ditta novarese Zanaria e destinate a una residenza per anziani. "Escluse cause dolose, poteva andare molto peggio", sintetizza il sindaco Giuseppe Sala. In effetti, il bilancio dei danni è contenuto rispetto al contesto urbano: un ustionato, una quindicina di veicoli distrutti tra auto e moto, 12 appartamenti inagibili per motivi strutturali o per mancanza delle condizioni igienico-sanitarie e 29 inquilini costretti a chiedere ospitalità a parenti e amici ("Daremo una mano ai cittadini coinvolti", aggiunge il primo cittadino).

Via Vasari angolo Pier Lombardo, Porta Romana, quartiere residenziale a tre fermate di metrò dal Duomo. Siamo a meno di cento metri da piazzale Libia, dove nel 2020 una fuga di gas sventrò il piano terra di un edificio alle 7.20 del mattino. Stavolta tutto accade a mezzogiorno, in una strada a senso unico e con auto in sosta su entrambi i lati: all’angolo c’è l’ingresso dell’istituto paritario delle Suore mantellate, con dentro anche un asilo nido. Franco L., autista di 53 anni, sente una piccola detonazione: pensa a una delle 13 bombole che sta trasportando per l’azienda Linde Gas srl di Arluno. Il controllo dà esito negativo, ma appena rientrato nell’abitacolo si accorge che il fumo proviene dalla parte anteriore del mezzo. La prima reazione, istintiva, è quella di provare a contenere il rogo con mani e piedi, ma è tutto inutile: è costretto ad allontanarsi di corsa perché ormai l’Iveco si è trasformato in un tizzone ardente. Il video girato da un residente mostra cosa succede nei cinque minuti successivi: un uomo con un estintore in mano fa giusto in tempo a fare uno scatto di lato, poi partono le esplosioni che fanno tremare i muri dei palazzi.

Ora la carreggiata è un budello incandescente, una trappola mortale. L’inferno di fuoco minaccia tutto ciò che c’è intorno. Nel giro di pochi minuti, i pompieri riescono a circoscrivere il rogo: le bombole più grandi hanno retto alle elevatissime temperature e sono rimaste intatte. In strada 220 residenti e gli alunni della paritaria, spaventati ma illesi. Arrivano le auto di carabinieri e vigili urbani: le prime verifiche dei militari della Compagnia Monforte e degli specialisti del Nucleo investigativo antincendi escludono che non si sia trattato di un atto doloso. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio aprono un fascicolo per disastro colposo, al momento a carico di ignoti. I primi approfondimenti sul furgone avrebbero decretato l’idoneità al trasporto dei materiali, anche se ulteriori analisi verranno fatte analizzando tutta la documentazione, per verificare il rispetto di norme e misure di sicurezza. "Nel luogo dell’incendio ci sono pochi valori residui di composti organici volatili, ma già a cinquanta metri di distanza non ci sono alterazioni della qualità dell’aria", certifica la referente di Arpa Cristina Colombi.

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