Indagine sui Centri d’ascolto. Donne, famiglie e monoreddito in testa alle richieste d’aiuto

Il 67,4% lamenta bisogni per sé e i figli, l’età media va dai 35 ai 54 anni. E il 45,6% è solo. Alle Caritas si rivolgono, quasi nella stessa misura, italiani (45,3%) e stranieri (54,7%).

Il 67,4% delle persone che si rivolge ai Centri di ascolto del Decanato è formato da donne. Sono loro a chiedere aiuto per tutta la famiglia, con un aumento rispetto agli anni precedenti. Alle Caritas del territorio si rivolgono italiani e stranieri quasi nella stessa misura: se il 54,7% è rappresentato da immigrati, il 45,3% è italiano. Tra gli stranieri, l’80,6% arriva da 10 Paesi: Perù, Ucraina ed Egitto assorbono la fetta maggiore, seguono poi Romania, Marocco, Equador, Albania, Senegal, El Salvador e Sri Lanka. Cercano sostegno economico e pratico le famiglie, ma balza anche il dato dei monoreddito. La fotografia l’ha scattata la zona pastorale VII, che copre Cinisello ma anche Sesto, con un’indagine a campione sui Centri di ascolto, che è stata presentata qualche giorno fa in un convegno sul tema abitativo all’auditorium Pertini. L’età media va dai 35 ai 54 anni, la metà del campione sono coniugati e conviventi ma il 45,6% è solo e, con un’unica entrata, fatica sempre più a far fronte a tutte le spese quotidiane e straordinarie. Gli occupati full e part time rappresentano il 18,3% e i disoccupati il 43,7%: di questi, l’11% è formato da italiani. "Ci ritroviamo a parlare con persone sottopagate o che hanno contratti saltuari oppure che ricevono il pagamento a 90 giorni.

Sono per lo più addette alle pulizie o all’assistenza, operai generici, che vivono quindi una precarietà piuttosto marcata", spiega Tarcisio Cambiaghi della Caritas decanale di Cinisello. L’indagine ha elaborato anche una mappatura dei bisogni, che vengono espressi ai centri di ascolto, spesso in un mix di fragilità. Nel 79,5% dei casi si rileva una necessità di reddito, "non in assoluto ma come supporto a quello esistente, che risulta scarso per arrivare alla fine del mese". Il 48,6% ha un problema di occupazione, il 17,3% chiede aiuto per la casa. "Un dato in crescita del 2,5% - sottolinea Cambiaghi -. Si cerca soprattutto aiuto per pagare i canoni di affitto o sostituire la caldaia. Il 12,3% chiede un supporto per la salute, come il dentista ma anche le visite mediche a pagamento, e c’è un 11,7% che rientra nella povertà educativa". Una fragilità a tutto tondo, insomma, non "incasellabile". "Il post Covid ha segnato la situazione delle famiglie, che più di prima richiedono proprio un sostegno personale per il 64,4% delle richieste di aiuto".

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