
Il drammatico incidente di viale Bezzi
Milano, 15 dicembre 2019 - Sono ore decisive per l’inchiesta sull’incidente di viale Bezzi. Gli agenti del Radiomobile della polizia locale stanno finendo di ascoltare tutte le persone presenti sul filobus 90 al momento dello scontro con il mezzo Amsa, sabato scorso alle 8. L’obiettivo: capire cosa stesse facendo il conducente F.G. qualche secondo prima di “bruciare“ il rosso e tagliare la strada all’autocarro per la raccolta rifiuti.
I filmati delle telecamere interne del bus sono stati molto utili per individuare i passeggeri più vicini alla cabina dell’autista, così da partire proprio da chi, per posizione a bordo del mezzo pubblico, aveva più probabilità di vedere o sentire qualcosa. Cosa? L’ipotesi della prima ora, tutta da verificare, è che il ventottenne, assunto a maggio dall’azienda trasporti, stesse utilizzando il cellulare, per parlare con qualcuno o per inviare messaggi via chat. L’alternativa, circolata tra i dipendenti Atm a inizio settimana, è che C.G. si sia distratto per firmare la "cedola", il foglio di servizio da compilare prima di mettersi al volante. Versioni entrambe rispedite al mittente dal diretto interessato, che al suo legale Salvatore Leotta ha fatto sapere di aver avuto "un mancamento" che gli avrebbe "annebbiato la vista", impedendogli così di accorgersi del semaforo rosso all’incrocio con via Marostica.
La data dell’interrogatorio in Procura non è stata ancora fissata: "Non ci sono novità", ha tagliato corto ieri l’avvocato Leotta. È probabile che prima gli investigatori, coordinati dal pm Roberta Stagnaro, vogliano avere un quadro chiaro della situazione e magari qualche testimonianza-chiave da contestare all’indagato per omicidio stradale aggravato.