
di Giulia Bonezzi e Nicola Palma
I primi accertamenti della polizia locale hanno escluso il coinvolgimento di altri veicoli. Avrebbe fatto tutto da solo il quarantanovenne italiano che alle 2 di ieri ha perso il controllo del monopattino elettrico all’incrocio tra via Ugo Bassi e via Farini, in zona Isola, ed è rovinato a terra. L’uomo ha battuto la testa contro il marciapiedi e ha perso subito i sensi. I sanitari di Areu lo hanno accompagnato in condizioni gravissime al Niguarda: è in coma, e il quadro clinico viene costantemente monitorato dai medici per valutarne l’evoluzione ora dopo ora. I ghisa hanno effettuato i rilievi sul luogo dell’incidente: la ricostruzione delle prime ore parla di un solo mezzo coinvolto, quello guidato dal quarantanovenne, che potrebbe aver incontrato sulla sua strada una buca o un avvallamento di cui non si era accorto.
La dinamica, insomma, in base ai primi accertamenti sarebbe simile a quella rilevata in tanti incidenti, alcuni molto gravi, che hanno segnato gli ultimi tre anni di boom dei monopattini, esploso dopo la pandemia. L’ultimo con conseguenze pesanti risale a poco dopo Ferragosto: un 26 enne di origine cingalese aveva perso il controllo della tavoletta elettrica lungo l’Alzaia Naviglio Grande all’alba del 18 agosto, aveva battuto la testa sull’asfalto ed era finito in gravissime condizioni sempre al Niguarda.
Ma la cronaca di questo 2023, funestato da incidenti in cui hanno perso la vita ciclisti e pedoni, non ha risparmiato i monopattini anche come vittime di sinistri provocati da altri veicoli. L’episodio più grave è accaduto alle 3 della notte tra il 9 e il 10 marzo in viale Famagosta: il 39 enne ecuadoriano Juan Carlos Quinga Guevara, che il monopattino lo stava usando per andare al lavoro (si occupava di logistica in una catena di supermercati), è stato falciato e ucciso da una Bmw guidata da un 29 enne con la patente revocata e il divieto di uscire di casa tra le 22 e le 6 perché affidato in prova ai servizi sociali. Un pirata, perché fuggì dall’incidente mentre la ragazza che era con lui si prese inizialmente la colpa, salvo ritrattare quando il pre-test la trovò positiva ad alcol e droga: il pregiudicato, Giuseppe D’Amico, fu arrestato poco dopo dalla Polizia locale a casa sua, e in seguito ha confessato che quel giorno aveva anche assunto cocaina.
Un altro pirata è stato scoperto dai ghisa a settembre, e denunciato per omissione di soccorso e lesioni stradali ai danni di un trentenne peruviano per fortuna sopravvissuto all’incidente, che gli è comunque costato traumi guaribili in non meno di 60 giorni. Il trentenne in monopattino era stato investito alle 4 del mattino del 4 settembre all’angolo tra via Archimede e via Compagnoni; a travolgerlo era stato un autocarro, dileguatosi senza nemmeno avvertire i soccorsi. Le indagini sucessive hanno permesso ai vigili di individuare il conducente in un ambulante cinquantenne. Che dopo aver investito il monopattinista era andato tranquillamente al lavoro con la sua bancarella nell’elegante mercato di via San Marco.
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