di Roberta Rampini
Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la morte di Giuseppe Danieli, l’operaio di 71 anni che lo scorso 6 aprile è morto dopo essere precipitato per oltre quattordici metri mentre stava lavorando sul tetto del capannone della Cifa a Senago. L’uomo pensionato, ma regolarmente assunto dalla ditta Impiantistica Bianchi con sede a Lissone, era sul tetto del capannone insieme a un collega, impegnato nell’installazione di nuove tubazioni di gas metano, per gli impianti di verniciatura alla Cifa, quando avrebbe appoggiato il piede sopra una copertura in lamiera del soffitto che ha ceduto. Secondo quanto ricostruito dalla polizia locale e dagli ispettori dell’Ats di Milano l’operaio che non era attaccato alle linee guida con l’imbraco, come invece previsto dalla normativa, ed è precipitato nel vuoto. Sul posto sono intervenute le squadre di soccorso della Cifa, vigili del fuoco e il personale del 118. Le condizioni del 71enne sono apparse subito gravissime, dopo le prime cure mediche sul posto è stato intubato e trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda con un trauma cranico e fratture multiple a una gamba. È deceduto il giorno dopo. La Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Roberta Amadeo, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo con l’aggravante di aver violato le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, e nelle scorse ora sono stati iscritti i nomi di due indagati. Sarebbero il titolare dell’azienda dove Danieli era regolarmente assunto e il responsabile della Cifa che aveva l’obbligo di garantire la sicurezza di tutti i lavoratori all’interno dell’azienda. Il 71enne, in pensione da qualche anno, amava lavorare, non riusciva a farne a meno, come hanno raccontato i familiari. Per questo aveva un regolare contratto con la ditta di Lissone che da qualche settimana era impegnata in lavori all’interno della Cifa. Un uomo attivo, ma pur sempre di 71 anni, per questo il sindacato parla di una "tragedia annunciata". I responsabili della Fiom di Milano e della Fim Cisl hanno incontrato martedì i dipendenti della Cifa per ribadire che la sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere garantita sempre, a tutti, anche ai lavoratori delle aziende esterne, come Giuseppe. "Su un tema fondamentale come quello della tutela salute e sicurezza il nuovo codice degli appalti rappresenta un pericoloso passo indietro, consentendo i subappalti senza alcun limite e al massimo ribasso. Noi continueremo a batterci per garantire a tutti un lavoro sicuro", commentano le parti sociali.