Milano – C'è anche il prezzo della vendita del Milan tra i temi al centro dell'inchiesta milanese che pone dei dubbi sull’effettiva cessione della squadra rossonera dal fondo Elliott a RedBird. È quanto si è appreso da ambienti giudiziari milanesi.
L’affare
Il club è stato comprato formalmente per circa 1 miliardo e 200 milioni di euro, cifra che negli ambienti è da tempo ritenuta troppo alta. Le indagini puntano a far luce anche sul motivo della presunta simulazione di compravendita. La Gdf e i pm sono già al lavoro sulle carte sequestrate ieri lunedì 12 marzo per accertare le ragioni che ci sarebbero dietro l'operazione.
Conflitto d’interesse
Dal decreto di perquisizione eseguito ieri emerge perlomeno un presunto motivo per il quale Elliott potrebbe aver simulato la vendita del Milan, mantenendo in modo occulto il controllo del club. Gli inquirenti, infatti, evidenziano un "conflitto di interesse” in quanto il fondo di Paul Singer “risulta avere un'influenza dominante su un'ulteriore società di calcio francese”, il Lille, “iscritta alle medesime competizioni europee”. E ciò comporta la violazione del Regolamento Uefa, che “impedisce che uno stesso soggetto possa esercitare il controllo o l'influenza su più club iscritti alle competizioni”.
Il Lille
La presunta vendita simulata, dunque, potrebbe essere servita per gestire, allo stesso tempo, anche il Milan oltre al Lille. Tra l’altro, Elliott, stando agli atti, controllerebbe anche il Lille sempre attraverso un "debito” da 170 milioni, che ha nei suoi confronti la società Callisto, che detiene le azioni della società francese.
Il valore reale
Sempre attraverso un "finanziamento”, infatti, da quasi 600 milioni di euro e nei confronti di RedBird, il fondo americano avrebbe mantenuto, per l'accusa, la gestione del Milan. Per quanto riguarda, infine, il prezzo di vendita, in ambienti calcistici si è sempre parlato di una cifra troppo alta rispetto al reale valore del club di circa 700 milioni di euro.