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Inchiesta hacker, interrogatorio di 9 ore per Camponovo: la mano oscura è a Londra

L’investigatore privato finito agli arresti domiciliari nell’indagine su Equalize ha ribadito di temere per la propria vita. “C’è un livello superiore e inquietante”

Milano – L'investigatore privato Massimiliano Camponovo, interrogato ieri nell’ambito dell’inchiesta milanese sulle spionaggio, avrebbe parlato delle diverse dinamiche interne ed esterne che hanno condizionato le presunte attività' di “esfiltrazione” dei dati sensibili dalle banche dati strategiche e la realizzazione dei dossieraggi illeciti.

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Massimiliano Camponovo a Palazzo di Giustizia per l'interrogatorio di garanzia

È quanto trapela dell'interrogatorio che il 52enne, agli arresti domiciliari dal 25 ottobre con le accuse di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo di sistemi informatici e intercettazioni illecite, ha reso con il pm della Dda Francesco De Tommasi e i carabinieri del nucleo investigativo di Varese.

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Camponovo, assistito dall'avvocato Roberto Pezzi, ha risposto per quasi 9 ore alle domande degli inquirenti. Parziali ammissioni sono arrivate sugli accessi abusivi alle banche dati anche se Camponovo avrebbe ribadito di essere soltanto un esecutore materiale delle richieste che gli pervenivano. 

In particolar modo, l’investigatore privato ha fatto riferimento a un "gruppo di persone all'estero", in particolare a Londra, ancora da identificare, che avrebbe dunque "condizionato" le attività delle cyber-spie della Equalize, una "dimensione estera prevalente e sovraordinata" che aveva legami "inquietanti" soprattutto con Nunzio Samuele Calamucci, l'hacker arrestato con l'ex super poliziotto Carmine Gallo. “So che ho sbagliato", avrebbe detto, ribadendo la sua "paura" per quella "mano oscura" basata all'estero.