MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Caccia al piromane di via Rilke, i condomini: "Abbiamo visto la morte in faccia"

Nel rogo del caseggiato popolare comunale sono 34 le persone intossicate, 18 ricoverate in ospedale

Una delle persone che abita in via Rilke

Milano, 17 agosto 2021 - «Ci siamo sentiti in trappola. Tutte le vie di fuga erano piene di fumo, sembrava l’inferno, abbiamo visto la morte in faccia. E per fortuna non è capitato nel cuore della notte: sarebbe stata una strage. Ma purtroppo non è la prima volta che qualcuno dà fuoco a una parte del palazzo". Lo raccontano diversi inquilini del caseggiato popolare di via Rilke 6, zona Ponte Lambro, con un centinaio di alloggi di proprietà del Comune e gestito da MM, in cui ieri notte è divampato un incendio che ha intossicato 34 persone di cui 18 finite in ospedale (4 in codice giallo e 14 in verde), tra cui bambini piccoli, e distrutto un’ala del piano rialzato.

Le indagini dei vigili del fuoco sono ancora in corso ma, dagli elementi raccolti finora, non sembrano esserci dubbi sulla natura dolosa del rogo: sono state trovate tracce di liquido infiammabile nel corridoio del piano rialzato ora inagibile e posto sotto sequestro, in una porzione in cui erano "parcheggiate" delle carrozzine per disabili, due elettriche e una no, che secondo quanto ricostruito appartenevano a un inquilino da tempo deceduto. Il fuoco sarebbe stato appiccato in più punti. Chi ha vissuto quei momenti racconta di salvataggi in extremis e ore in ospedale, con l’angoscia di non sapere se al rientro il proprio alloggio sarebbe stato agibile.

"Nell’arco di due anni ci sono stati altri roghi: sempre in un corridoio è stato bruciato un passeggino. Un altro è stato in cantina e poi dove ci sono i contatori", testimoniano i residenti del complesso, che si trova in un quartiere difficile, a portata di mano dei vandali e con diverse occupazioni. Il cancello è sempre aperto e le cantine sono inutilizzabili, piene di masserizie. La parte che è stata incendiata ha 10 appartamenti di cui 7 abitati. Nessuna di quelle famiglie può rientrare a casa: tre di loro, due regolari e una abusiva, hanno chiesto una sistemazione alternativa e saranno accolte in albergo o in alloggi convenzionati. Gli altri 4 nuclei hanno trovato ospitalità da parenti o amici. "L’inferno", spiegano gli inquilini, "è cominciato poco dopo le 20 di domenica. "I miei bambini, di 6 mesi e 2 anni sono stati portati giù al volo, dal primo piano", dice la mamma. In totale, quattro persone sono state trasportate in ospedale in codice giallo: una ragazza di 16 anni alla Clinica De Marchi, un ragazzo di 25 al San Raffaele, un 37enn al Policlinico e un 55enne all’Ospedale di San Donato. In 14, tra cui sei bambini (uno di 6 mesi) sono finiti al pronto soccorso in codice verde.

Ieri notte, una sola famiglia ha chiesto la sistemazione alternativa in hotel: "Quando siamo tornati, abbiamo trovato l’alloggio bruciato. Siamo preoccupati perché non siamo regolari", sottolineano Angela e Giovanni, che vivono in via Rilke con due figli. Al secondo piano "non sapevamo dove andare perché c’era fumo su entrambe le scale", testimonia Francesca Puglisi, di 31 anni. Luana Baratta, sola a casa con le sue tre bambine di 7, 4 e 2 anni, piange quando pensa a quei momenti: "Dico grazie ai nostri salvatori, dei ragazzi marocchini che ci hanno messo dei panni bagnati in viso e ci hanno guidato giù". "L’eroe" si chiama Youness Errechyqy, ha 37 anni e vive in via Degli Umiliati: "Quando ho notato la colonna di fumo - racconta - mi sono fiondato in via Rilke per soccorrere persone, portando con me due miei amici che ho incontrato lungo la strada. Dopo avevo i polmoni pieni di fumo e sono stato accompagnato al San Paolo. Sto bene". Il suo più grande desiderio è trovare un lavoro. Gli inquilini raccontano che "anche Sergio F., del secondo piano, meriterebbe una medaglia: è sceso a spegnere il fuoco con una canna dell’acqua". Francesco Rocca (FdI), consigliere del Municipio 4, commenta: "Un caseggiato problematico, dove la manutenzione ordinaria è diventata straordinaria a causa dell’incuria".