ANDREA GIANNI
Cronaca

Affluenza al 37% per i cinque quesiti. La Cgil non molla, Fontana esulta

Milano oltre la media nazionale, ferma al 30%. Nel Municipio 3 il 42,9% ai seggi, in centro solo il 34%. Stanzione: 850mila persone hanno detto no a quelle leggi. Il governatore: bocciatura netta per la sinistra.

e Massimiliano Mingoia

Milano è andata sette punti percentuali sopra la media nazionale. Il quorum del 50% non è stato raggiunto neanche nel capoluogo lombardo, ma l’affluenza in città per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza ha raggiunto il 37,09% per il quinto quesito, quello sul dimezzamento da 10 a 5 anni per ottenere la cittadinanza italiana (ai seggi 356.743 milanesi su 1.044.439 aventi diritto al voto) rispetto all’affluenza nazionale del 30,6%. Leggermente inferiore, il 36,8%, l’affluenza milanese per gli altri quattro quesiti referendari, quelli sul lavoro. Non solo. Vediamo com’è andata l’affluenza nelle singole zone del decentramento cittadino.

Il Municipio che ha votato di più è il 3, in cui è stato sfondato il muro del 40%, anche se il quorum del 50% era comunque lontano. Per la precisione, ha votato il 42,94%. Subito dopo, ci sono il Municipio 2 (38,16%) e il Municipio 9 (37,68%). L’area del decentramento che ha votato meno, invece, è il centro storico, il Municipio 1, con il 34,09%. Quanto ai risultati dei cinque referendum, i "sì" hanno raggiunto la netta maggioranza dei consensi. Il primo quesito su licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti, ad esempio, ha raggiunto l’85,7%, mentre il quinto, sulla cittadinanza, non è andato oltre il 74,2% di "sì".

I commenti? "Nell’area metropolitana di Milano 850mila persone hanno detto con chiarezza che quelle 5 leggi sono da abrogare – spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione –. Sono persone che, come stiamo verificando dagli approfondimenti in corso, in molti casi alle europee non erano andate a votare. Moltissimi anche gli studenti fuori sede che hanno votato. Da qui ripartiamo, perché la nostra mobilitazione non si ferma". Il presidente della Regione Attilio Fontana, intanto, esulta: "Strumentali, costati milioni di euro e nati con un solo obiettivo: attaccare il governo di centrodestra. Il risultato è stato una bocciatura netta da parte del 70% degli italiani. Ancora più significativo il dato che sta emergendo sulla cittadinanza facile con una risposta chiara e netta".

Gli esponenti milanesi di FI Enrico Pianetta, Alessandro De Chirico, Giampaolo Berni Ferretti e Amir Atrous, invece, rilanciano sul tema della cittadinanza: "Lo ius scholae non è una cittadinanza automatica, ma il riconoscimento a chi ha frequentato un ciclo scolastico in Italia, parla la nostra lingua e rispetta le nostre leggi. È una riforma seria".