
Luca Manzin e Rosita Capurso
Milano, 23 novembre 2019 - Intrappolati nell’unico angolo della casa devastato dalle fiamme. Bloccati dal muro di fuoco che in pochi minuti ha bruciato la porta d’ingresso e poi i mobili e i vestiti sistemati lì accanto. Rosita Capurso, psicologa di 27 anni già segnata dalla morte dei genitori e con una sorella gemella alla quale era legatissima, ha cercato con tutte le forze di mettersi in salvo: è andata in bagno, forse ha tentato di riempire un secchio d’acqua per domare l’incendio, ma alla fine ha perso i sensi ed è crollata sul pavimento. Il fidanzato Luca Manzin, aspirante avvocato di 29 anni originario di Aulla, in provincia di Massa-Carrara, non è riuscito neppure a muoversi dal letto: i soccorritori l’hanno trovato riverso in avanti, come se il fumo respirato gli abbia fatto perdere le forze all’improvviso. Sono morti così, ieri notte, i due ragazzi che abitavano nel piano mansardato di una palazzina lungo il Naviglio Grande, poco fuori dalla circonvallazione esterna di Milano.
I primi accertamenti di vigili del fuoco e carabinieri della Compagnia Magenta si sono concentrati sulla parte più danneggiata dell’abitazione, vicino al quadro elettrico sistemato dietro la porta d’ingresso: la scintilla fatale sarebbe partita da quel punto, forse per un cortocircuito; il pm di turno ha disposto il sequestro dei locali per consentire agli investigatori di svolgere ulteriori approfondimenti sull’impianto, risultato a norma. La tragedia è avvenuta pochi minuti dopo le 3, quando la zia della ragazza, che vive nell’appartamento di fianco, è stata svegliata dalle urla di Rosita. La donna ha subito allertato la matrigna della ventisettenne, che abita al piano terra insieme a un’altra figlia, e poi si è precipitata davanti alla porta della mansarda per aprirla con una copia delle chiavi. Niente da fare: i due fidanzati avevano lasciato la loro chiave nella toppa. La donna non si è data per vinta, e dalla rampa esterna di scale si è arrampicata fino alla finestra della cucina per spalancarla; tentativo inutile, perché appena infranto il vetro è stata investita dal fumo. In quei momenti, Rosita era in bagno: ha aperto il rubinetto del lavandino, ma non è riuscita a fare altro.
Ad arrivare per primi sul posto sono stati i vigili del fuoco, che, insieme ai sanitari del 118, hanno cercato di rianimare i due fidanzati: entrambi hanno riportato ustioni, anche se è verosimile (la certezza arriverà dall’autopsia) che siano morti prima per l’intossicazione da fumo. Rosita e Luca si conoscevano da 5 anni e da poco convivevano. «Dopo la laurea si stavano affacciando nel mondo del lavoro. Erano all’inizio, erano pieni di sogni», la frase tra le lacrime di un parente che vive nella stessa palazzina. Sotto choc i familiari (i genitori di Luca sono arrivati in macchina dalla Toscana appena appresa la notizia), che hanno ricordato solo come i due fossero «una coppia bellissima».