MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

In scena storie di strada : "Abbiamo ascoltato le voci dei senza dimora. Siamo noi “Buoni a nulla“"

L’opera si basa sulle testimonianze dirette raccolte dagli attori dal 2019 al 2021. Paola Galassi, presidente di Praxis: "Il fallimento è sempre frutto del collettivo".

In scena storie di strada : "Abbiamo ascoltato le voci dei senza dimora. Siamo noi “Buoni a nulla“"

In scena storie di strada : "Abbiamo ascoltato le voci dei senza dimora. Siamo noi “Buoni a nulla“"

"La pandemia di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere capita adeguatamente, né curata, finché viene vista come un problema personale di cui soffrono singoli individui malati". Su questa convinzione Mark Fisher ci aveva costruito tutta una letteratura ad hoc. Il filosofo morto suicida aveva fatto lo stesso provando che il volontarismo magico, la credenza ingannevole del “Volere è potere“, fosse figlia dell’individualismo imperante della seconda metà del ’900. "In una piramide di dieci gradini, se parti dal piano terra, anche volendo, fai più fatica ad arrivare in cima, a volte non ci arrivi nemmeno" spiega Paola Galassi, attrice e presidente del collettivo Praxis. A breve sarà in scena con uno spettacolo sulla condizione dei senza dimora: “Buoni a nulla“ che vivono la città da un punto di vista inconsueto e che schiacciati dal loro senso di colpa sono “condannati“ a una situazione di immobilità sociale. "Il fallimento è sempre il frutto di un’azione collettiva, come il successo" prosegue Paola.

Lei, giornalista precaria nello show, per dare vita ad un personaggio realistico, dal 2019 al 2021, assieme ai suoi colleghi, ha affiancato le unità di strada che assistono i senzatetto. "Abbiamo frequentato la comunità di Sant’Egidio in Porta Garibaldi, ascoltato le loro voci e creato rapporti di fiducia che durano tutt’ora".

M. ha 30 anni e una brutta situazione alle spalle. Diventa amico del regista, Lorenzo Ponte, e quando trova lavoro e sistemazione, gli offre il pranzo in segno di riconoscenza. Un vecchio professore in pensione che vive in strada chiacchierando di scienza, un’anziana con il nipote che racconta di essere malata di tumore ma di non avere il coraggio di andare in ospedale, un immigrato nordafricano arrivato a Milano viaggiando sotto un treno che di giorno si improvvisa barbiere su commissione. Sulle loro storie l’autore ha confezionato il carattere dei protagonisti: uno studente universitario, una giornalista e un profeta.

E quale pubblico migliore per ricevere una valutazione sincera se non quello dei luoghi di accoglienza? Si parte il 29 settembre da Casa dei Diritti, il 30 settembre Centro Sammartini e si termina il primo di ottobre a Casa Jannacci.