NICOLA PALMA
Cronaca

"In crisi per il Covid, approfittiamo" Incastrata la cricca che truffa imprese

Operazione della Postale: indagati un commercialista in pensione e alcuni parenti. L’esca del finanziamento

di Nicola Palma

Al telefono si dicevano che bisognava approfittare il più possibile della congiuntura economica e della crisi che molte piccole aziende stavano attraversando causa pandemia. Così avevano creato apposta una serie di indirizzi di posta elettronica per scrivere a nome dei più importanti istituti di credito italiani e offrire ai destinatari contributi in alcuni casi realmente messi a disposizione dal Governo italiano o dall’Unione europea.

L’esca, condita con dettagli che puntavano a rassicurare gli interlocutori (ad esempio il dominio ".gov" per accreditare un coinvolgimento diretto di enti statali), suonava più o meno così: "Abbiamo il piacere di comunicarvi che la richiesta per l’accesso ai finanziamenti agevolati è stato prorogato al 30 aprile 2022, estendendo la possibilità di accesso al credito anche per la rinegoziazione del debito, per liquidità di cassa e per fondo scorte", il testo di una delle varianti, peraltro segnalata come ingannevole già la scorsa primavera da alcune associazioni di esercenti. In tanti, stando ai sospetti degli investigatori, sono cascati nella trappola. La cricca dei truffatori vincolava l’erogazione del denaro alla sottoscrizione di una polizza assicurativa, con versamento iniziale del premio pari a una percentuale variabile tra l’1,2% e l’1,4% del valore della somma complessiva. A bonifico inviato, gli imbroglioni seriali si volatilizzavano. A valle di una lunga indagine, partita da una denuncia presentata a Crotone, i segugi della Polizia postale specializzati in contrasto al cyber crime, coordinati dal dirigente Ivano Gabrielli e dal funzionario Salvatore Maltese, hanno chiuso il cerchio, smantellando la presunta banda: in sette sono stati sottoposti agli obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, come da ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Brescia.

Proprio a Brescia vivono la presunta mente dell’associazione a delinquere, un commercialista in pensione di 82 anni, incensurato, e alcuni suoi familiari, direttamente coinvolti nell’operazione e nella gestione dei proventi illeciti. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, era l’anziano insospettabile a dare le dritte giuste all’operativo, un complice di 67 anni, l’unico pregiudicato per reati specifici. Nelle conversazioni captate dagli agenti, alcuni componenti del gruppo parlavano pure dell’opportunità di aprire una sorta di "banca" in Lituania, sul modello di alcune società che offrono servizi come carte prepagate e cambio di criptovaluta, per essere ancora più "operativi". Nel corso delle perquisizioni, andate in scena sia in provincia di Brescia che nel Milanese, sono stati sequestrati 20mila euro in contanti (sui circa 500mila che la banda avrebbe racimolato in poco tempo) e dispositivi informatici e telefonici che sarebbero stati utilizzati per compiere i reati. Gli accertamenti non sono ancora finiti: gli esperti della Postale sono a caccia del tesoro, che potrebbe essere stato spostato nell’Europa dell’Est, e stanno verificando se, come molto probabile, ci siano altre vittime in giro per l’Italia.