Imprenditori, l’allarme della Dda "Soltanto una denuncia in 15 anni"

Il pm Cerreti: un record negativo che la città si porta dietro, tanto si è fatto ma tanto resta ancora da fare. Poi mette in guardia sui Giochi 2026: "Pronti a fronteggiare le mafie nel sottobosco di appalti e indotto".

Imprenditori, l’allarme della Dda  "Soltanto una denuncia in 15 anni"

Imprenditori, l’allarme della Dda "Soltanto una denuncia in 15 anni"

"Un solo imprenditore che ha denunciato in più di 15 anni di storia della Dda di Milano è un record negativo che la città si porta dietro". L’allarme non è nuovo, anzi viene costantemenente rilanciato dai magistrati dell’Antimafia. Certo, ribadire il concetto nel giorno della commemorazione della strage di Capaci dà maggior forza e significato al messaggio. Il fatto che quasi nessuno senta il bisogno di parlare con i pm – rivolgendosi invece ai boss per recuperare soldi dai debitori o facendosi in molti casi strumento della penetrazione della criminalità organizzata nell’economia legale – "la dice lunga sullo stato di consapevolezza e di contiguità sulla mafia e in particolare sulla ’ndrangheta, che sul territorio milanese ma anche su quello nazionale è quella più potente", ragiona il sostituto procuratore Alessandra Cerreti, a margine della cerimonia per ricordare i colleghi Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti di scorta uccisi da Cosa Nostra il 23 maggio 1992.

Il dato è ancor più desolante se lo paragoniamo a quelli che si riferiscono "a territori tipicamente infiltrati come la Calabria e la Sicilia, dove è paradossalmente più facile ottenere una denuncia da parte degli imprenditori". Cerreti si sforza comunque di vedere una luce in fondo al tunnel, accesa "da un coraggioso giovane imprenditore, che non solo non si è piegato alla ’ndrangheta che gli imponeva affari, ma ha denunciato e per questo ancora subisce intimidazioni molto gravi". In ogni caso, "tanto si è fatto, ma tanto ancora dobbiamo fare, partendo da Milano: in Lombardia la criminalità economica va a braccetto con la mafia". Per questo, "dobbiamo evitare il pericolo sempre presente, strisciante, di sottovalutazione, che si annida talvolta anche nei palazzi della giustizia. A Milano questo pericolo è ancora altissimo".

Del resto, la metropoli si prepara a ospitare i Giochi del 2026, un grande evento che attirerà anche gli appetiti delle mafie: "È fondamentale alzare il livello di attenzione da parte degli investigatori, della politica, dei cittadini: ognuno di noi deve alzare l’asticella – il proposito di Cerreti –. Noi speriamo che da qui alle Olimpiadi il tessuto imprenditoriale e sociale della Lombardia sia pronto e che le istituzioni si stiano preparando al meglio per fronteggiare la criminalità mafiosa in quello che è il sottobosco delle Olimpiadi, tra appalti, subappalti e indotto".

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