REDAZIONE MILANO

"Immagini sensibili, diffida al testimone"

Caso Ramy, la versione dei militari indagati per depistaggio. E Fares ne denuncia quattro: lesioni e falso

I rilievi della polizia locale in via Quaranta la notte del 24 novembre scorso

I rilievi della polizia locale in via Quaranta la notte del 24 novembre scorso

Per loro, quelle erano immagini sensibili da non riprendere e soprattutto da non divulgare: Ramy Elgaml incosciente, il massaggio cardiaco per salvargli la vita e Fares Bouzidi a terra immobile. Per questo, si sarebbero avvicinati al testimone che stava filmando la scena per diffidarlo dall’eventuale diffusione del video, facendosi mostrare anche un documento. È la versione, stando a quanto emerso, che i due carabinieri indagati per depistaggio e favoreggiamento hanno messo a verbale ieri mattina davanti ai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, titolari del fascicolo sulla morte del diciannovenne egiziano avvenuta il 24 novembre in via Quaranta dopo una fuga di otto chilometri in sella a un TMax.

Una versione diversa da quella riferita da Omar E., che ha raccontato agli inquirenti che lui era riuscito a immortalare con il telefono le ultime fasi dell’inseguimento e che i due militari del Nucleo Radiomobile lo avrebbero obbligato a eliminare il filmato (senza visionarlo) dalla gallery dello smartphone. Una cancellazione di cui il tecnico informatico Marco Tinti, nominato dalla Procura, ha rilevato tracce nel cellulare in un lasso di tempo compatibile con quello in cui è avvenuto lo schianto, senza però riuscire a recuperare i frame. Intanto, all’inizio della prossima settimana gli avvocati di Bouzidi, Debora Piazza e Marco Romagnoli, presenteranno per conto del loro assistito una denuncia contro quattro dei sei carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente nei primi minuti: le accuse ipotizzate dai legali del ventiduenne tunisino sono quelle di lesioni (direttamente collegata alla tesi dello speronamento volontario) e di falso (per non aver riportato nel verbale d’arresto per resistenza a pubblico ufficiale il presunto impatto immediatamente precedente all’uscita di strada di scooter e Giulietta).

Su questo fronte, va precisato che i fotogrammi registrati dalla telecamera comunale di via Solaroli sembrano deporre a favore di un possibile urto (ammesso che ci sia stato) accidentale e non provocato di proposito dall’autista della prima macchina inseguitrice; senza dimenticare che nella relazione della polizia locale si trova traccia di un eventuale contatto laterale soltanto prima dell’incrocio con via Ripamonti. La perizia cinematica affidata all’ingegnere Domenico Romaniello punta proprio a fare chiarezza su questo punto dirimente dell’indagine: il consulente ha chiesto un’ulteriore proroga alla Procura, facendo slittare la consegna ai primi giorni di marzo.

Nicola Palma