Marianna Vazzana
Cronaca

Il virus non risparmia la Rsa Baroni: "27 pazienti contagiati e 4 morti"

La quasi totalità dei primi 30 tamponi effettuati ha dato esito positivo. I familiari: siamo preoccupati Coopselios: "Personale sempre dotato di protezioni e “zona rossa“ creata per isolare i sintomatici"

"È andato tutto bene fino a due settimane fa. Poi i primi casi sospetti hanno portato a isolare una ‘zona rossa’, con tutte le persone sintomatiche, crearne una ‘gialla’ con chi aveva avuto contatti diretti con loro, e una ‘verde’ per i sani. Ma questo non è bastato a evitare i decessi". In una settimana, i morti sono stati 4, su 27 positivi al coronavirus. La preoccupazione si fa strada tra i familiari degli anziani ospiti della Rsa Baroni di via Baroni 57A al Gratosoglio, gestita da Coopselios, l’ennesima struttura non risparmiata dal Covid. Diversi parenti chiedono "alle autorità sanitarie un supporto per la Rsa, lasciata da sola a gestire l’emergenza, e soprattutto i tamponi per monitorare costantemente la situazione non solo degli ospiti ma anche del personale, che si sposta da un piano all’altro e arriva dall’esterno, diventando potenzialmente veicolo del virus. Bisogna salvare i nostri cari".

Com’è la situazione? Lo spiega Coopselios al Giorno: "La scorsa settimana sono stati eseguiti 30 tamponi ai residenti che presentavano sintomi influenzali e complicanze respiratorie e 27 sono risultati positivi a Covid-19: tra questi ne sono deceduti 4. Alcuni operatori hanno evidenziato lievi sintomi influenzali e, a titolo precauzionale, sono stati posti a riposo. Dai tamponi effettuati, soltanto un operatore è risultato positivo al virus". Ed "è stato avviato un ulteriore piano di riorganizzazione degli spazi interni, finalizzato all’attivazione di nuclei separati tra residenti positivi e negativi con l’adozione di zone filtro, ulteriori misure operative di sanificazione, percorsi separati, dotazione di presidi specifici". Ora "sono presenti 74 ospiti, seguiti da un’equipe composta da operatori sanitari, personale medico, infermieristico e ausiliario". La struttura precisa anche che "il personale in servizio è sempre stato dotato dei dispositivi di protezione individuale e materiali di contrasto alla diffusione dell’epidemia" e che "sono stati applicati tutti i protocolli di prevenzione". Il caso della Rsa Baroni è comparso sui social negli ultimi due giorni, con la pubblicazione di post di alcuni familiari. Annalisa Occhipinti, che ha la madre di 87 anni ospitata nel polo, sottolinea che "la Rsa ha preso fin da subito tutte le precauzioni possibili, riducendo gli accessi fin da febbraio. Si andava a trovare i familiari solo su appuntamento, uno per volta, restando a distanza. Io ho visto mia madre l’ultima volta a metà febbraio, nel salone. Poi la Rsa è stata chiusa al pubblico e continuo a vederla e sentirla con videochiamate. Mia madre, che era al primo piano, è stata spostata al secondo. Al primo piano è stata creata la zona rossa, per chi manifestava sintomi, e una zona gialla, per chi aveva avuto contatti con loro. Di sopra, la zona verde. E verde è pure il blocco Alzheimer al piano terra".

E ancora: "Noi ci siamo allarmati negli ultimi giorni, quando abbiamo saputo dei decessi. Abbiamo saputo che alla Rsa non sono stati inviati i tamponi per tempo, nonostante le richieste ad Ats: perché?". Alessandro Bramati, presidente del Municipio 5, aggiunge che "abbiamo 5 Rsa nel nostro Municipio. Finora criticità sono emerse solo nella struttura di via Baroni. Dalla fine di febbraio sono tutte chiuse al pubblico".