
Creativa per professione, con uno studio di grafica pubblicitaria aperto e continuato per 28 anni, ma storica per diletto. Adele...
Creativa per professione, con uno studio di grafica pubblicitaria aperto e continuato per 28 anni, ma storica per diletto. Adele Maria Carones non ha solo ricostruito pezzo dopo pezzo le vicende della sua famiglia legate a quelle di Palazzo Omodei, tra documenti, foto, ritagli di giornale, molti conservati anche negli album del padre. Dede ha anche riportato alla luce il diario di nonno Carlo. Lo ha trovato, studiato, tradotto e poi pubblicato col titolo di "Ricordi di un giovane milanese dei primi anni del ‘900".
"Io l’ho solo ritrascritto, praticamente ha fatto tutto lui. Sono sempre stata curiosa e appassionata della nostra storia, del nostro albero genealogico – racconta -. Anche alla maturità portai storia, anche se mi diplomai al liceo artistico". Carlo Carones (1885-1972) racconta la sua quotidianità tra il settembre del 1904 e il dicembre del 1909. "Ha fatto la bella vita. Di sera spettatore alla Scala e di giorno studente alla Bocconi. Amava girare in bici. A un certo punto va in Francia e inizia a scrivere il diario in francese". Un ventenne figlio dell’alta borghesia lombarda tra viaggi, fratelli, studi in un’università appena fondata. "Per noi bambini è stato un nonno distante. Ricordo che si stava su questo divano a sentirlo parlare. Non ci ha mai regalato giocattoli: dava la busta con i soldi ai nostri genitori. Poi, alla morte di mio padre, ho trovato questo diario, scritto molto fitto, con una grafia fine, e ho iniziato a leggerlo. Non è stata un’avventura facile: i tempi antichi, la lingua da tradurre. Ci è voluto sforzo e tempo. Ma alla fine di questo viaggio il nonno ha iniziato a essermi più simpatico". La.La.