Il sindaco torna a scrutare l’orizzonte elettorale del 2027, anno nel quale terminerà il suo secondo mandato, sottolinea di nuovo il rischio che il centrosinistra perda il governo della città ma per evitare che questo scenario si realizzi, lancia stavolta un appello alla borghesia illuminata. "Ieri (giovedì per chi legge ndr) mi sono un po’ sfogato e continuo a dirlo: il mio non è un appello solo ai partiti ma agli elettori del centrosinistra, anche a quella borghesia illuminata che si sente vicina alle nostre ragioni: non è la stessa cosa che governino gli uni o gli altri. Che ci pensino bene tutti". Tradotto, per chi non lo avesse capito: non è la stessa cosa che governi il centrodestra o il centrosinistra. Un riferimento, quello alla borghesia illuminata, dovuto anche all’occasione nella quale il primo cittadino ha proferito queste sue parole, vale a dire: a margine della presentazione di due nuove case museo, per l’esattezza Casa Crespi e Collezione Bagutta e Casa Livio e Collezione Grandi. Nomi e storie che raccontano una parte del mondo al quale il sindaco ha rivolto il proprio monito e il proprio appello.
Il riferimento, però, è più ampio, è – come fanno sapere dallo staff ristretto del sindaco – alla Milano delle professioni che stanno cambiando Milano: dagli interpreti di una certa pianificazione urbanistica al mondo dei creativi, dall’innovazione alla finanza responsabile. Mondi che, declinati in (alcuni) nomi, significano Manfredi Catella – che ha ridisegnato l’area Porta Nuova, Garibaldi e Isola – e i Boeri, da Stefano (l’Archistar del Bosco Verticale, sempre nell’area Porta Nuova-Garibaldi) al fratello Tito (economista già presidente dell’Inps), ma anche i rettori delle università milanesi, dalla Bocconi alla Statale passando per la Cattolica, i creativi del mondo del design che hanno nella Triennale di Milano un punto di riferimento e, infine, il mondo della finanza: Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa San Paolo, Giuseppe Castagna, amministratore delegato del Banco Popolare di Milano e, ancora, Corrado Passera, banchiere e dirigente d’azienda, o Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit. Nomi che identificano mondi più che famiglie, come invece avveniva una volta.