LAURA MOSCA
Cronaca

Il secolo breve di Jacovitti "Sono, fui e sarò un clown"

Un francobollo per il grande fumettista, papà di Cocco Bill, per dieci anni al Giorno dei ragazzi

di Laura Mosca

"Fui, sono e sarò un clown". L’epitaffio lo scelse lui, in barba a tutti, l’ennesimo colpo di matita. Ironico oltre la fine, ha continuato a voler strappare un sorriso a chiunque si affacciasse sulla sua tomba, come fosse un invito a non prendersi troppo sul serio e a immaginare orizzonti infiniti per la creatività.

Dopo 100 anni dalla nascita, di Benito Jacovitti, grande fumettista e illustratore, si ammira l’intelligenza arguta, la curiosità instancabile che fece ridere grandi e piccoli con la carrellata dei suoi iconici personaggi. Ognuno perfettamente caratterizzato, chiamato a raccontare il mondo dalle finestre delle strisce che negli anni sono apparse tra le pagine di tantissimi tra quotidiani e riviste. "Il Giorno" e "Il Giorno dei ragazzi" poterono contare su una collaborazione con Jacovitti lunga 10 anni, dal 1957 al 1967, lanciando un’esperienza editoriale innovativa.

Alla Fondazione MAXXI di Roma è stato presentato il libro "100 anni con Jacovitti", curato da Edgardo Colabelli, coordinatore nazionale Jacovitti Club, e da Stefano Milioni. Con Silvia Jacovitti, figlia del fumettista, Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, il cantautore Simone Cristicchi e il disegnatore Luca Salvagno, oltre a Colabelli. A fine anno è prevista una grande mostra antologica e da ierri un francobollo commemorativo.

"Con Cocco Bill, l’umoristico cow boy, Jacovitti ha conquistato platee di giovani lettori. Quando usciva “Il Giorno dei ragazzi“ - spiega Colabelli - la tiratura raddoppiava con un successo di un format pubblicato per la prima volta in Italia e poi replicato da altri editori. La forza di Jacovitti è l’uomo dietro al disegnatore: disponibile, generoso, interessante, capace di creare un pianeta tutto suo dove hanno viaggiato generazioni. Io fin da piccolo lo seguivo, a scuola avevo come tantii il suo Diario Vitt, poi sono diventato uno tra i suoi collezionisti più appassionati e il fondatore dello Jacovitti Club".

Jacovitti attraversò con lo sguardo libero del vero artista il ventennio fascista, la guerra e il dopoguerra, la difficile fase della ricostruzione, la ripresa e il boom economico, gli anni piombo e quelli di Tangentopoli e della fine della Prima Repubblica.

"Lo incontrai nel 1992. Avevo cercato il suo numero sull’elenco del telefono. Lo contattai per acquistare un suo disegno originale, ma lui mi disse che non li vendeva, poi mi chiese dove abitavo, “A Roma“ risposi, e allora aggiunse “Se mi vieni a trovare il disegno te lo regalo“".

Questo era Jacovitti, un generoso verso tutti, che amava far godere della sua arte più persone possibili."Lui si definiva un anarchico di centro – sorride Colabelli – rifiutava ogni imposizione, era un anti-comunista convinto. Quando il suo editore cattolico lo mise davanti all’aut aut “con noi o firma del progetto Kamasultra“, non ci pensò due volte e scelse la novità del fumetto umoristico erotico".

"100 anni con Jacovitti" è il libro che, in occasione del centenario della nascita del grande fumettista scomparso nel 1997, offre un ritratto intenso, impreziosito da una rara e inedita documentazione fotografica e dalla prefazione di Vincenzo Mollica. "Spero che questa incredibile vita, piena di aneddoti e genialità, possa diventare una fiction".