MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il ruggito del Leonerossonero: da 50 anni è il bar dei milanisti

L’atmosfera si scalda in vista del derby, nel locale di via Ponte Nuovo, tra Precotto e Crescenzago, vicino al Naviglio Martesana

di Marianna Vazzana

La parola è unica: "Leonerossonero". "Perché siamo combattivi, audaci, pieni di energia". L’atmosfera si scalda in vista del derby, al bar Leonerossonero di via Ponte Nuovo, tra Precotto e Crescenzago, vicino al Naviglio Martesana. "Fondato da un milanista mezzo secolo fa, questo locale è stato sempre gestito da mani rossonere. Anche adesso, che è di proprietà di un imprenditore cinese. E pare fatto apposta: una storia che ricalca quella della squadra", spiega Antonio Nista, dipendente, nipote del precedente proprietario. Ai tavolini non ci sono solo tifosi milanisti e non si parla solo di calcio. Ma sotto l’insegna con il leone che porta i colori d’ordinanza e accanto a un murale realizzato appositamente per i 50 anni della Curva Sud, celebrati tre anni fa, chi ha il cuore rossonero non può non sentirsi a casa.

"Il mio pronostico? Dico 2-2. Guarderò la partita nel mio soggiorno, con mia moglie. Pure lei milanista", fa sapere Giuseppe, mentre a sorpresa solleva un lembo dei pantaloni per mostrare un tatuaggio: il logo del club sul polpaccio. "Sono stato in curva per 5 anni, poi la moglie mi ha detto ‘basta’. Ma dal divano di casa guardo tutte le partite e lei non deve lamentarsi: questo è il compromesso". Claudio ascolta la conversazione e dice la sua: "A casa mia siamo tutti milanisti. Figli milanisti e moglie pure, altrimenti avrei chiesto il divorzio...", ride. "Io il Milan ce l’ho nel sangue. Cosa faremo domani? Dico che vinceremo. Magari con un 2-1".

Pino Gigliotti ricorda di essere stato 13 anni nella Fossa dei Leoni, la storica tifoseria nata nel 1968. "Ma ora quei tempi sono passati. Starò con la mia bambina, di 2 anni e mezzo, e preferisco così: sono un nostalgico del calcio di una volta, che era più pulito. Ma il mio cuore sarà sempre rossonero. Mia moglie? La prima che ho avuto era juventina. La seconda non è tifosa...". Altri sottolineano che guarderanno la partita insieme alla loro dolce metà, "che è molto competente. Basta con questi pregiudizi sulle donne che non capiscono di calcio: dipende tutto dalla passione per questo sport". Domani il bar non sarà aperto all’ora della partita: "Molti di noi saranno allo stadio", fa sapere uno degli avventori. Ma i commenti tra un tavolino e l’altro tengono comunque banco prima del match: ieri all’ora di pranzo coinvolgevano milanisti ma anche interisti e pure tifosi dell’Atalanta e della Juve. Anche i non tifosi hanno partecipato al dibattito, ricordando soprattutto l’atmosfera che si è sempre respirata in quell’angolo di via: "Questo, storicamente, era un punto di ritrovo dei milanisti – sottolineano Battista Bevilacqua e Antonella Corradi –, anche se non c’è mai stata esclusione. Anzi, si è sempre privilegiata l’accoglienza: sulle pareti troneggiavano due poster della stessa grandezza, uno con Sandro Mazzola e l’altro con il mitico capitano del Milan Gianni Rivera. Quelli erano gli anni d’oro".