MONICA AUTUNNO
Cronaca

Il progetto delle Reti antiviolenza. Un lavoro per le donne “in fuga“

L’idea è quella di aiutare le vittime a lasciarsi alle spalle botte e soprusi e a iniziare una nuova vita

Il progetto delle Reti antiviolenza Un lavoro per le donne “in fuga“

Il ritorno alla vita dopo violenza e soprusi? Passa anche dal lavoro. E anche la Rete Antiviolenza Viola, corazzata in difesa delle donne maltrattate dell’Adda Martesana, ha siglato l’altra mattina a Palazzo Isimbardi il protocollo fra le reti antiviolenza del Milanese e Afol Metropolitana, sotto egida di Città Metropolitana: sancisce l’avvio di una nuova e rinforzata stagione di collaborazione nel reinserimento al lavoro, in aziende, enti o realtà commerciali, di donne "reduci" da difficili percorsi di vita. Firmatari dell’accordo operativo come si diceva, sono la Città metropolitana di Milano, Ats metropolitana, Afol e i comuni capofila delle sei reti antiviolenza attualmente operative nell’area milanese: Rozzano, Melzo, San Donato, Rho, Cinisello Balsamo e Legnano. Per la Rete Viola, comune capofila Melzo, presente la consigliera delegata Valentina Francapi: "Sono molto orgogliosa di partecipare a questa nuova pagina - dice - . Come Rete Viola avevamo già avviato percorsi e progetti di inserimento al lavoro in passato, ma si è sempre trattato di iniziative estemporanee. Con questo accordo si allarga il ventaglio e si formalizza un obiettivo. Noi ci siamo". Un’intesa simile era stata sottoscritta un anno fa da Afol con il comune di Milano, partita dal tavolo tecnico "Lavoro e violenza". Una prima esperienza che ha fatto, anche in questo caso, da paradigma. Primo obiettivo, unire le forze. "La frammentarietà dei servizi territoriali è un ostacolo che può scoraggiare le donne durante il loro percorso di ‘affrancamento’ da dinamiche familiari violente e prevaricanti. Occorrono collaborazioni e sinergie tra i soggetti in prima linea che si occupano a vario titolo di politiche sociali: case rifugio, centri antiviolenza, servizi sociali, operatori dei centri per l’impiego, enti di formazione professionale". Fra i partecipanti all’incontro milanese naturalmente Diana De Marchi, consigliera delegata di Cm alle politiche sociali; e Tommaso Di Rino, direttore generale di Afolmet. I prossimi step. La creazione di una "cabina di regia" che indichi azioni e procedure, poi l’avvio di un protocollo, già in bozza: formazione degli operatori, attività di informazione e sensibilizzazione nelle aziende, analisi dei bisogni lavorativi e formativi delle donne uscite da situazioni di violenza, definizione di piani individuali di "empowerment", avvio del progetto, monitoraggio.