MILANO
Resta a Milano il processo al tesoriere della Lega e deputato Giulio Centemero (nella foto) per un presunto finanziamento illecito da 40mila euro concordato, secondo l’accusa, tra il 2015 e il 2016, con il patron di Esselunga Bernardo Caprotti. Il giudice dell’undicesima sezione penale di Milano, Maria Idria Gurgo di Castelmenardo, infatti, ha sciolto la riserva respingendo l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata nella scorsa udienza dalla difesa, che chiedeva l’invio degli atti al Tribunale di Bergamo. Rigettata anche l’istanza in subordine di riunire, per connessione, con il procedimento romano a carico del tesoriere del Carroccio e dell’imprenditore Luca Parnasi.
Secondo le indagini, il finanziamento sarebbe andato al partito per rimpinguare le casse di Radio Padania. Il dibattimento è iniziato con la richieste delle prove da parte di accusa e difesa e il legale Giuseppe Zingari ha chiesto, tra le altre cose, l’esame dell’imputato. Nell’udienza di ieri la difesa di Centemero ha sollevato anche una questione relativa all’acquisizione agli atti di una email del deputato che venne sequestrata nel 2018 nell’ambito delle indagini sul noto caso dei 49 milioni di euro e che aveva portato a perquisizioni nello studio bergamasco di Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni.