Ruben
Razzante*
America centrale è un’area che sconta ritardi infrastrutturali e culturali. Lo sviluppo economico è fortemente frenato da una viabilità inadeguata, che penalizza il trasporto merci e rallenta il commercio in tutte le sue forme. Senza le conoscenze e le competenze di realtà più evolute diventa arduo per quegli Stati assicurare livelli sufficienti di qualità della vita ai propri cittadini ed è per questo che la cooperazione internazionale e le intese sovranazionali possono dare un contributo decisivo. Lo ha dimostrato nei giorni scorsi il Politecnico di Milano, che ha inviato a El Salvador una sua delegazione per contribuire con le proprie conoscenze alla realizzazione del megaprogetto Pacific Train (nuova ferrovia). Secondo i dati della Banca interamericana di sviluppo, la velocità media alla quale viaggiano le merci in quello Stato è di 13 chilometri all’ora, con uno spiacevolissimo contorno di inquinamento, incidenti e disagi di traffico. Il Pacific Train o Tren del Pacífico collegherebbe la capitale San Salvador con Acajutla e potrebbe includere un’estensione dal porto di Acajutla a La Hachadura sul confine guatemalteco. Questo progetto mira ad accorciare i tempi di trasporto delle merci, dai circa 45 giorni che impiegano attualmente per raggiungere gli Stati Uniti, a due giorni e mezzo. Le merci, infatti, trascorrono tanto tempo in dogane, porti, aeroporti e autostrade. I partecipanti del Master PolisMaker del Politecnico, su invito della Presidenza del Governo salvadoregno, hanno partecipato nei giorni a El Salvador a un workshop sul tema, redigendo un piano di integrazione territoriale del primo lotto del progetto Tren del Pacifico. A coordinarli il direttore del PolisMaker Lab e consulente della Presidenza di El Salvador Phd Santiago Caprio e il presidente dell’Associazione
Internazionale dei PolisMaker Franco Pallanza.
*Docente di Diritto
dell’informazione
all’Università Cattolica