Moroni
Su Il Giorno ho letto con grande dispiacere il servizio sulla "locomotiva d’Italia" (intesa come Lombardia), con i disagi ferroviari che toccano i pendolari che si recano al lavoro o usano il treno per andare a scuola: uno su due è arrivato in ritardo o addirittura non c’è mai arrivato. Insomma, un novembre nero. Da vent’anni sono in pensione e quindi mi capita raramente di usare quel mezzo che corre su rotaie e ricordo con nostalgia quando non eravamo ancora calamitati da quello che io chiamo "coso luminoso", ossia il cellulare. Devo dire che i disagi sulla linea Laveno-Varese-Milano erano stati pochissimi, a parte un’anno, quando un "burlone" nel periodo di Carnevale si divertiva a telefonare avvisando che c’era una bomba sui binari.
Anno nuovo vita da
pendolare nuova è il mio augurio per tutti coloro che usano per spostarsi quel mezzo ecologico chiamato treno. E naturalmente auguri anche alla rubrica Vita da
pendolare.
Enzo Bernasconi, Varese
Ricambiamo di cuore gli auguri al nostro lettore e affezionato corrispondente. Da quello che scrive dovremmo concludere che la sua epoca di
pendolare è stata meno difficoltosa e meno grama di quelle a seguire e dell’attuale. Questo, visto che lo scorso novembre su più della metà delle linee ferroviarie della Lombardia non sono stati rispettati gli standard minimi di puntualità del servizio di trasporto pubblico. Davvero, verrebbe da chiedersi, è esistita una tale epoca, certamente lontana nel tempo, visto che non esistevano ancora i cellulari? Un giorno, forse, l’amico Enzo ce la racconterà, arricchendola con tanti aneddoti. E noi saremo felici di ascoltarlo.
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