BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Il nostro cervellone a tu per tu con i satelliti"

Al Thales Alenia Space di Gorgonzola lavorano oltre 200 scienziati e tecnici. Le sue tecnologie applicate ai navigatori sono un’arma contro il climate change

Thales Alenia Space

Gorgonzola (Milano) - La fabbrica delle stelle porta la voce dello spazio nel telefonino che tutti hanno in tasca. A 29mila chilometri dal tetto dello stabilimento di Thales Alenia Space il satellite Galileo ragiona con un cervello milanese, creato dai ricercatori del grande centro design di Gorgonzola. Facciata grigia, tocco moderno, potrebbe essere una delle migliaia di aziendine dove batte il cuore produttivo dell’hinterland. Invece, dietro a quei vetri ci sono clean-room e laboratori che traducono tutte le informazioni che dalle orbite perfette dei calcolatori volanti rimbalzano sulla terra rimodellando la vita di tutti i giorni.

"La prima volta che ho sentito parlare del navigatore satellitare era il 1985, a una conferenza di due giorni su un’invenzione che mi era sembrata quasi fantascienza – ricorda Dario Fossati, direttore del polo di via Mattei -. E invece oggi che quasi non potremmo più farne a meno siamo noi a creare il computer che governa la costellazione elettronica che veglia su di noi, permettendoci di raggiungere qualsiasi posto senza più abbassare il finestrino per chiedere informazioni". Le implicazioni di questa tecnologia nell’esistenza di ciascuno sono infinite: dai sensori che misurano il rischio di crollo dei ponti, alla lotta contro il cambiamento climatico, con applicazione, fra l’altro, in Valtellina per il monitoraggio delle frane. Mobilità e internet delle cose – elettrodomestici intelligenti e magliette che ‘dicono’ quando è ora di lavarle - sono gli esempi dell’irruzione degli algoritmi che 220 fra fisici, matematici, ingegneri e tecnici al lavoro nella sede di 4mila metri quadrati a due passi dal Naviglio Martesana studiano dal 2000. 

Ma la storia di questo tempio laico della scienza è cominciata nel lontano 1958 con la vecchia Laben ed è arrivata alla commessa del governo sui satelliti militari. Dentro, c’è "il sogno del futuro", spiega Letizia Scaciga, ingegnere meccanico, responsabile del software di navigazione. Insieme a un ristretto team di colleghi costruisce pezzo dopo pezzo l’involucro e il contenuto che permettono ai satelliti - ci sono anche i Copernicus per l’osservazione - di portare a termine il proprio compito: aiutare i grandi della terra nelle scelte strategiche ad esempio sul clima - da lassù si registra istante dopo istante l’innalzamento degli oceani, o lo scioglimento dei ghiacci, - e scogliere piccoli e grandi nodi dell’esistenza di miliardi di persone.