VALENTINA TARANTINO
Cronaca

"Il mio impegno dal 1956. C’è ancora tanto da fare"

Solidarietà di quartiere e impegno sociale quotidiano. Così si potrebbe riassumere la vocazione di Mariuccia Conca, che l’ha resa...

Solidarietà di quartiere e impegno sociale quotidiano. Così si potrebbe riassumere la vocazione di Mariuccia Conca, che l’ha resa...

Solidarietà di quartiere e impegno sociale quotidiano. Così si potrebbe riassumere la vocazione di Mariuccia Conca, che l’ha resa...

Solidarietà di quartiere e impegno sociale quotidiano. Così si potrebbe riassumere la vocazione di Mariuccia Conca, che l’ha resa una delle vincitrici del “Panettone d’Oro 2025”. 87 anni, energia da vendere "e ancora molte cose da fare", la signora Conca ricorda ancora chiaramente i momenti in cui ha intravisto nell’attivismo a favore della comunità la sua strada. "Da bambina vivevo a Paullo e lì, spesso, osservavo mia nonna riunirsi con altre donne per discutere di fatti di attualità. Leggevano articoli di giornali locali e si confrontavano. Poi 14 anni rimasi colpita, quasi impressionata, da una sindacalista venuta da Milano per presiedere un’assemblea di contadine". Ma il legame con il quartiere di Cimiano-Crescenzago arriva quando Mariuccia, a 17 anni, è costretta a trasferirsi lì con la famiglia, dopo lo sfratto dalla casa di ringhiera dove abitava. Ed è per quella zona, relegata ai margini della città, che inizia a impegnarsi, insieme ad altri giovani. Tra le prime rivendicazioni la fornitura domiciliare del gas, la pulizia del Lambro, l’apertura di negozi e scuole. "E dal ‘56 sono ancora qua! – esclama. Evidentemente, perché c’è ancora tanto da fare. Ma, per fortuna, non sono da sola. Nel tempo sono nate realtà meravigliose, come il Centro Milano Donna, Exodus e Cascina Biblioteca, che offrono diversi serviz, tra cui dopo scuola, attività per bambini, assistenza per chiunque ne abbia bisogno. E poi ci sono i giovani, sempre pronti a dare una mano. Come durante il periodo della pandemia, quando con un gruppo di ragazzi raggiungevamo le persone sole o fragili per distribuire generi di prima necessità. Naturalmente – precisa – il Municipio è il mio primo interlocutore. Anzi, mi piace dire di esserne, al contempo, collaboratrice e controparte". E sul riconoscimento ottenuto dice: "Sono felice e un po’ stranita. Io sono una donna di strada, non ho mai voluto dar vita a un’associazione. E, infatti, è la prima volta che ricevo un riconoscimento ufficiale per l’attività che svolgo da una vita".

Valentina Tarantino