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Il Linguistico frenato in pandemia e il volano delle Scienze umane

Il preside del liceo Virgilio di Milano, Roberto Garroni, affronta la crisi delle iscrizioni al liceo classico e al liceo linguistico, sottolineando l'importanza della valutazione nell'educazione degli adolescenti. La concorrenza dei privati e la pandemia hanno influenzato le scelte delle famiglie.

Il Linguistico frenato in pandemia e il volano delle Scienze umane

Nel liceo più grande di Milano, il Virgilio, spicca il liceo delle Scienze umane nell’opzione economico-sociale, che scende di un gradino nella sua versione tradizionale, sorpassata dalla paritaria Maria Ausiliatrice. Il Linguistico è quinto, "ma lo stiamo rivitalizzando", sottolinea il preside Roberto Garroni.

Perché il linguistico soffre di più?

"Credo che paghi ancora lo scotto della pandemia, che ha ridotto i progetti di mobilità. Li stiamo potenziando con stage in inglese, un nuovo progetto in francese, miglioreremo con l’Erasmus".

Anche a livello universitario le lingue sembrano tirare meno. Colpa dell’intelligenza artificiale?

"Nei prossimi anni nei settori delle traduzioni e dell’interpretariato potrebbe esserci meno mercato, ma non sarà così nell’ambito politico-diplomatico".

Le Scienze umane sono sold-out?

"Sì, ma il calo demografico si farà sentire presto ovunque. Quest’anno abbiamo aggiunto una classe in più, mentre non abbiamo raggiunto le iscrizioni per il Classico".

Ci riproverete a settembre?

"Assolutamente sì, innovandolo".

Cosa ne pensa della concorrenza dei privati?

"Credo che dopo il Covid ci sia stata una medicalizzazione di qualsiasi tipo di situazione e le realtà private siano state viste spesso dalle famiglie come la soluzione più semplice, con numeri più contenuti per gestire meglio i casi fragili. Ma al di là di pubblici e privati noto questa paura diffusa della valutazione. Io credo sia diseducativo: l’adolescenza non può durare fino a 40 anni". Si.Ba.