Il laboratorio? Scommessa vinta

"Siamo Giulia, Gianna, Silvana, Anna e Maria, le vicine del Laboratorio sociale che per due anni ci ha fatto compagnia tutti i giorni. Abbiamo avuto la grande fortuna di frequentare e creare un bellissimo rapporto di amicizia con gli operatori, i bambini e i ragazzi che ogni giorno hanno vissuto il laboratorio. E vi ringraziamo di cuore". Scommessa vinta, viene da dire leggendo il messaggio inviato nei giorni scorsi dalle "vicine" di via Turati 40 BC agli operatori del QRLab Bollate. Il Laboratorio sociale di quartiere, avviato nel 2021 per gli abitanti del "quadrilatero" compreso tra le vie Verdi, via Veneto, via Repubblica e via Trento, un quartiere popoloso e con alcune criticità. Obiettivo del progetto, realizzato dal Comune di Bollate sulla base dell’Accordo di Programma sottoscritto con Regione Lombardia e Aler Milano e finanziato dal Fondo Sociale Europeo, era far dialogare il quartiere e creare comunità, riscoprire la forza dei rapporti di vicinato e di solidarietà e ricevere risposte e aiuti concreti per le proprie necessità. E la lettera conferma che la sperimentazione è riuscita: dal doposcuola per ragazzi e ragazze allo sportello di quartiere, dai laboratori all’aperto per bambini e allo sportello itinerante. Tutte opportunità di aggregazione e rigenerazione di rapporti tra persone che sono "diventate una famiglia", come scrivono nella lettera alcune inquiline. "Il laboratorio è stato per noi un punto di riferimento in ogni occasione e un luogo di compagnia nei giorni più solitari.

Non solo ci ha fatto sentire parte di qualcosa, ma ne siamo state anche dirette protagoniste nel ruolo di nonne, fidate consigliere e amiche della porta accanto - si legge -. Ci auguriamo che possano continuare ad aiutare chiunque ne abbia bisogno, magari all’interno di uno spazio più grande che sicuramente sapranno trasformare in casa". Plauso anche da parte del sindaco Francesco Vassallo: "Fa piacere che in tempi in cui è più facile criticare chi si spende quotidianamente nelle istituzioni anziché riconoscere le difficoltà incontrate e i risultati raggiunti, alcuni cittadini abbiano sentito il bisogno di ringraziare pubblicamente chi si è speso per la riuscita del progetto".

Roberta Rampini

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