Il “G7“ dell’università alla Bocconi. L’appello ai capi di Stato mondiali: "Fondi e misure per l’inclusione"

Le richieste formulate dai rettori degli atenei di 19 nazioni che si sono riuniti questa settimana a Milano "Dai finanziamenti all’istruzione ai visti per studenti e ricercatori rifugiati per vincere le sfide del futuro".

Tra poco più di un mese i capi di Stato del G7 si ritroveranno in Puglia, in questi giorni invece alla Bocconi di Milano si è dato appuntamento l’U7+, l’organismo internazionale che riunisce le università di 19 Paesi, con l’obiettivo di produrre un documento di richieste rivolte proprio ai leader mondiali per convincerli a dare maggiore sostenere all’istruzione superiore e favorirne l’accessibilità. Il documento, redatto dai presidenti di 46 università del mondo è già stato consegnato ad Anna Maria Bernini, ministra dell’Università, in rappresentanza del governo italiano che quest’anno ospita il G7.

Quattro le richieste degli atenei mondiali ai capi di stato. La prima è il sostegno allo sviluppo di sistemi educativi inclusivi, dalla scuola primaria all’università: tema particolarmente urgente per l’Italia visto che - ha sottolineato il rettore della Bocconi Francesco Billari - "nel nostro Paese la quota di giovani laureati è sotto il 30%. Per alzare questa quota è necessario che gli studenti arrivino più preparati dalla scuola inferiore e superiore. Tra i Paesi più ricchi siamo veramente indietro". L’altra richiesta ai leader mondiali riguarda gli investimenti nell’istruzione universitaria nei Paesi a basso reddito, ai quali vanno affiancati i finanziamenti destinati agli studenti provenienti da comunità emarginate. Infine, i rettori chiedono servono azioni concrete da parte dei governi per dare priorità ai visti per studenti e ricercatori in fuga da regimi oppressivi o minacciati da conflitti. "Perché oggi - ha spiegato Carolyn Newton, rettrice dell’università di Cape Town - solo il 5% dei rifugiati ha accesso all’istruzione universitaria. E senza circolazione di talenti il sapere non può progredire".

Gli incontri dell’U7+, ai quali hanno partecipato oltre 80 tra rettori e professori di tutto il mondo, sono stati anche occasioni per un confronto tra le università su alcuni temi che rappresentano le sfide globali più importanti dell’istruzione: l’inclusione, il cambiamento climatico, e uno sviluppo dell’intelligenza artificiale più “umana“.

Quest’ultimo tema ha visto come relatrice negli incontri tra i responsabili degli atenei la rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto: "Abbiamo ragionato - ha detto - su come l’AI possa essere a supporto dell’educazione, come strumento nelle scienze sociali l’idea è riuscire a formare i ragazzi in modo che siano in grado di utilizzare questi strumenti per il bene della società sapendo benissimo che l’AI può essere usata in tanti modi, quindi ragionare su come utilizzarla e quali bias evitare per un corretto utilizzo".

Il “padrone di casa“ Francesco Billari ha concluso i lavori sottolineando che "Il mondo ha bisogno di università che risolvano le sfide più immediate, ma che lavorino al contempo a beneficio delle generazioni future. Per questo serve una strategia che coinvolga i Paesi del G7".

Luca Tavecchio