Il fiore di Napoleone a Orticola

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Data fatidica, il 5 maggio. Napoleone, scrive Alessandro Manzoni, diede "il mortal sospiro", nell’esilio di Sant’Elena, 1821. Solo in quell’isoletta sperduta nell’Atlantico, vegetazione povera ma particolare, si trova una rarità presentata in questi giorni ad Orticola: "Il vecchio padre vivo per sempre" (Old Father Live Forever), Pelargonium cotyledonis, in pericolo d’estinzione.

Foglie cordate verde scuro con venature, fiori bianchi, portamento da bonsai. Pianta da collezionisti, a crescita lentissima. In Italia, la coltivano con cura esemplare Tiziana Meluzzi e Santino Marras, specializzati in gerani insoliti, rari, rustici, in una piccola azienda agricola di Nettuno (Roma), L’Antico Fiore.

Fermarsi a parlare con loro, ai Giardini Pubblici Montanelli, nella variegata gallery della mostra mercato (www.orticola.org), vale una fuga verso il 2.000 a. C. nel deserto della Libia, dove gli ebrei si curavano con un geranio sacro che ora gli appassionati vivaisti fanno arrivare da Israele. Ma dove scrisse Manzoni "Il cinque maggio"? Nella fattoria di Brusuglio, mentre piantava 85 castagni d’India e 17 salici di Babilonia... e sperimentava canapa e cotone, e nuove tecniche di coltivazione di cereali e frutta. Tra i 12 Musei amici, il biglietto di Orticola permette un salto a Casa Manzoni, per "gustare" la mostra "I frutti del fattore di Brusuglio": nell’ex-sala da pranzo della servitù, più di cento esemplari sopravvissuti alla standardizzazione, grazie a Davide Furno che li ha plasmati in cera, così vivi da sembrare naturali. Modelli da collezionisti. Come l’enorme pera Belle Angeline. Ma a don Lisander piacerebbe la mela Musona di Como.

Anna Mangiarotti

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