Per la fascia di popolazione di età più alta "rinchiudersi in casa è un fattore fortemente negativo", e il lockdown può accelerare processi legati all’invecchiamento, dalla perdita della memoria ai danni legati all’assenza di movimento fisico. Lo ha spiegato lo scienziato Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. "Sono tre le condizioni per rallentare l’invecchiamento – sottolinea – esercizio fisico, attività intellettuale e relazioni sociali".
Due “pilastri“ rischiano di venire meno con il lockdown, e per questo è necessario trovare formule che combinino la tutela della salute con la necessità di evitare i danni legati all’isolamento. "Servono due grandi cambiamenti nel servizio sanitario nazionale – spiega – evitare la mentalità ospedalocentrica, ritornare al territorio e privilegiare la prevenzione. Quando lo Stato chiude tutto ma risparmia le tabaccherie dimostra di non essere credibile sul fronte della prevenzione". Lancia un appello per "costruire servizi sul territorio e reti di prossimità" anche don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della carità di Milano.