Il diritto alla scuola dei ragazzi disabili Più fondi e nuove deroghe dalla Regione

Dodici milioni di euro in più per chi frequenta le superiori e i corsi professionali. Aule aperte anche a diplomati e laureandi per sopperire alla mancanza di assistenti e educatori. Oltre 10mila gli studenti con disabilità.

Il diritto alla scuola dei ragazzi disabili  Più fondi e nuove deroghe dalla Regione

Il diritto alla scuola dei ragazzi disabili Più fondi e nuove deroghe dalla Regione

di Giambattista Anastasio

Lo si è scritto più volte perché è quello che emerge e continua ad emergere dalle segnalazioni di diverse famiglie: quando si tratta di alunni o studenti con disabilità, il diritto all’istruzione smette di essere universale. Ora la Regione interviene nell’ambito dell’inclusione scolastica con una delibera che stanzia fondi aggiuntivi e introduce nuove regole per arginare la mancanza di professionisti formati per assistere i ragazzi con disabilità in classe. Una presenza, quella di assistenti o educatori, indispensabile per consentire ai ragazzi di frequentare le lezioni.

Nel dettaglio, la delibera approvata dalla Giunta regionale punta a garantire l’inclusione degli studenti con disabilità fisica, intellettiva e sensoriale che frequentino le scuole superiori o i corsi di formazione professionale. Solo in questi due cicli scolastici, gli studenti con disabilità, in Lombardia, sono raddoppiati negli ultimi 5 anni: secondo i dati diramati dalla Regione, erano 5.377 nel 20172018, sono 10.149 nell’anno scolastico che sta per chiudersi. L’esecutivo regionale fa sapere, quindi, di aver aumentato di 12 milioni di euro i fondi per il finanziamento dei servizi di inclusione per il prossimo anno scolastico e per il successivo (2024-2025) arrivando così a quota 80 milioni. Quanto all’anno in corso, Regione spiega di aver coperto con fondi propri il 77% del fabbisogno, pari a 67 milioni, mentre lo Stato ha messo il restante 23%. "Tutte le richieste dei Comuni – pari a 3 milioni di ore di assistenza – sono state soddisfatte".

Quanto alle regole di sistema, le linee guida formalizzate nella delibera prevedono l’aumento di 2 euro del contributo riconosciuto dalla Regione per ogni ora di assistenza educativa fornita: tale contributo sale così da 21 a 23 euro. E, come detto, introduce misure per assicurare la presenza in classe degli assistenti educativi. Oggi si può esercitare la professione solo se si ha la laurea, ma dal prossimo anno scolastico la Regione consentirà anche l’impiego di laureandi in Scienze dell’Educazione che abbiano raggiunto i 120 crediti formativi nonché ai diplomati che abbiano un’esperienza di almeno 2 anni come assistenti. Dall’anno 20242025 i diplomati potranno continuare a lavorare come assistenti, purché abbiano frequentato il corso di formazione "che – fa sapere la Regione – è in via di definizione". Quindi la nuova disciplina dell’attività degli assistenti in caso di assenza degli studenti. "Per assenze fino a 10 giorni scolastici consecutivi – si legge nella nota – l’assistente è tenuto ad andare in classe e la cooperativa che eroga il servizio è remunerata. Per assenze di durata superiore ai 10 giorni, in via prioritaria, laddove fattibile in ragione delle condizioni dello studente con disabilità e al fine di garantire la continuità delle attività, l’assistenza deve essere assicurata a domicilio. Negli altri casi l’attività dell’assistente sarà rimodulata in accordo con la scuola e con l’ente locale". Non ultimo il trasporto scolastico: varato un incremento di 0,25 euro al chilometro, si passa così da 0,50 a 0,75 euro, il 50% in più. Già nel 2021 la Regione aveva approvato la propria compartecipazione alla spesa per il trasporto scolastico nei casi in cui i Comuni siano impossibilitati ad organizzarlo e questo sia gestito dalle famiglie".

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