
"Ricordati che la miglior pubblicità è il passaparola". È fra gli insegnamenti più preziosi che Giorgio Vanni, il fondatore del mitico tempio del jazz “Capolinea“ di via Lodovico Il Moro (chiuso dal 1999), ha trasmesso alla figlia Angelica. Oggi è ancora una solida convinzione della signora Vanni, 71 anni, diventata padrona di casa della trattoria “Capolinea“ di via Lombardini, gestita in tandem col figlio Francesco Magenta, di 50 anni.
Il locale vicino a Navigli ha ceduto una sola volta alle sirene del delivery, salvo poi pentirsene. "Abbiamo usato i servizi di una nota piattaforma una sera, durante il periodo di chiusure per la pandemia, ed è stata una tragedia. Un rider può essere velocissimo ma un piatto come il risotto alla milanese finché arriva a domicilio è praticamente da buttare. Non è proprio il nostro mondo quello delle consegne a casa: noi cuciniamo al momento e cerchiamo di riprodurre a Milano sapori e atmosfere da trattoria di paese, riscoprendo anche carni dimenticate quali cervo, cinghiale, anatra, che non possono arrivare a casa dopo mezzora", afferma Angelica Vanni che ha aperto il locale nel 2011. Da maggio 2020 la donna e il figlio non aggiornano più la pagina Facebook del locale e hanno smesso pure di rispondere alle recensioni più sguaiate del web.
"Il lavoro nella ristorazione è bestiale, ci vuole tanto impegno e passione per resistere, eppure può essere vanificato in un secondo da chi scrive recensioni false invitando a non venire qui. Sono commenti davvero cattivi che sembrano più dettati dall’esigenza di avere una certa visibilità nel digitale da parte di chi peraltro non ha mai messo piede in cucina nella sua vita. Noi – argomenta la patronne della trattoria Capolinea – siamo aperti alle critiche, uno chef può sbagliare perché una serata male capita a tutti e un piatto può non riuscire, ma vorremmo che venissero in cucina a dirci in faccia quello che c’è che non va, invece che sfogarsi dietro uno schermo in modo anonimo. Di fronte a questo “giudizificio“ all’inizio usavamo l’ironia, da qualche tempo non ci prendiamo più neppure la briga di controbattere".
Al posto della web reputation al Capolinea si dà più credito alla leva del tam tam. E anche all’allestimento della trattoria: "Ci piace pensare che tra i nostri clienti ci siano persone attratte non da quanto leggono sul web ma dalle luci, dall’atmosfera e dai colori della nostra trattoria. Oltre che da quello che si mangia".
Annamaria Lazzari