MILANO
Cronaca

L’inchiesta Sono 74 gli indagati

Tra loro il sindaco, lunedì in Consiglio. L’assessore Tancredi: posso lasciare. .

Tra loro il sindaco, lunedì in Consiglio. L’assessore Tancredi: posso lasciare. .

Tra loro il sindaco, lunedì in Consiglio. L’assessore Tancredi: posso lasciare. .

di Giambarttista Anastasio e Andrea Gianni

Si sono confrontati tutto il giorno il sindaco Giuseppe Sala e il suo assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi. Non solo contatti telefonici ma anche un lungo incontro a Palazzo Marino nel pomeriggio. Perché se la permanenza di Sala alla guida della Giunta, sebbene sia anch’egli indagato, non è in dubbio, come dimostra il sostegno garantitogli ieri dal Pd, quella dell’assessore, invece, è fortemente in forse. Tancredi ieri sera, attraverso un legale, ha fatto sapere di aver dato al sindaco "la disponibilità a dimettersi". Ma le dimissioni non erano state ancora rassegnate alle 20 di ieri. Motivo? Secondo indiscrezioni l’assessore vorrebbe prima affrontare l’interrogatorio davanti al gip, il 23 luglio, per dare la propria versione dei fatti ma anche per capire quali illeciti gli si contestino. Ad esigere un suo immediato passo indietro, però, è il Pd che su questo, dietro le quinte, dice di non voler transigere. Possibile, allora, che sia solo questione di ore.

Un terremoto politico generato dall’inchiesta dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, e dell’aggiunta Tiziana Siciliano, che hanno chiesto l’arresto per Tancredi, il "re del mattone" e fondatore di Coima Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente ex presidente ed ex componente della Commissione per il paesaggio, i costruttori Andrea Bezziccheri e Federico Pella. Una maxi-inchiesta che vede in tutto 74 indagati, fra persone e società, perché sono stati accorpati più fascicoli su presunti abusi edilizi e anche quello che aveva portato all’arresto dell’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni. Tra gli indagati c’è anche Sala. Il reato di "induzione indebita a dare o promettere utilità" è legato all’operazione Pirellino promossa da Catella e dall’archistar Stefano Boeri (anche lui indagato senza richieste di misure cautelari), che nel giugno 2023 ha scritto direttamente a Sala con "toni di comando" per ottenere il via libera al progetto: "Rischiamo rottura – avvisa Boeri – e ricorso Tar e Catella che va sui giornali (...) prendilo come “warning“ per domani". E Sala risponde: "Ovviamente so quello che mi riferiscono e devo fidarmi del giudizio di Giancarlo. Domani mattina comunque rivedo con calma". Il giorno successivo il progetto ottiene "per la prima volta" parere favorevole "condizionato". L’accusa di concorso in falso, a carico di Sala, riguarda invece la riconferma a capo della commissione di Marinoni.

Un’inchiesta che si muove su due livelli, quello politico-amministrativo e quello dei rapporti fra gli architetti membri della commissione e i costruttori che li avrebbero tenuti a libro paga. Rispetto alla posizione di Sala è più grave l’accusa, concorso in corruzione, contestata a Tancredi: una presunta complicità e connivenza con Marinoni e Scandurra. Non sarebbero emersi, al momento, versamenti di denaro, tracciati o “in nero“, a favore di Tancredi, anche se sono in corso le analisi su documenti, telefoni e dispositivi sequestrati. I bonifici a favore di Marinoni e Scandurra, che solo dalla società Kryalos Sgr avrebbe ricevuto 2.579.127 euro in varie tranche, sono stati invece tracciati e ricostruiti. Nella casa del costruttore Bezziccheri sono stati sequestrati circa 120mila euro in banconote da 200. Somme che, secondo le ipotesi, potrebbero essere al centro di altri flussi illeciti di denaro.

Mercoledì i sei indagati che rischiano l’arresto compariranno davanti al gip Mattia Fiorentini per l’interrogatorio, e avranno la possibilità di fornire la loro versione anche su quelle parcelle.