Il Dap blocca l’evento con Amato. Il libro non sarà presentato in carcere

L'appuntamento di Giuliano Amato per presentare il suo libro sul carcere di San Vittore è stato improvvisamente cancellato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per motivi burocratici. La presentazione si terrà comunque oggi pomeriggio al Palazzo di Giustizia, ma i detenuti non potranno partecipare.

Il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ha bloccato l’appuntamento con Giuliano Amato, cancellando la presentazione del suo libro nel carcere di San Vittore.

Ufficialmente perché "la richiesta è arrivata troppo tardi". L’ex presidente del consiglio e presidente emerito della corte costituzionale doveva presentare presso la Casa circondariale, alle 11 di questa mattina in piazza Gaetano Filangieri 2, il suo libro sulla Costituzione, “Storie di diritti e di democrazia. La corte costituzionale nella società” scritto a quattro mani con la giornalista Donatella Stasio.

L’ evento però è stato improvvisamente cancellato dal Dipartimento amministrazione penitenziario per apparenti "motivi burocratici". Gli uffici del ministero della Giustizia hanno così negato l’ingresso in carcere per un’iniziativa culturale. Il garante per i detenuti, Francesco Maisto, in un comunicato ha parlato di "meraviglia e imbarazzo per la inopinata decisione giunta a 24 ore dall’evento di non concedere l’autorizzazione alla presentazione del libro "Storie di diritti e di democrazia - la Corte costituzionale nella società". È una decisione - ha spiegato Maisto in una nota - di cui "non conosciamo le motivazioni ufficiali (...) né possiamo ritenere - in mancanza di chiarimenti pur richiesti ripetutamente - che dipenda da fattori organizzativi (come i tempi della richiesta di autorizzazione o la natura del libro visto che parla di Costituzione)".

La presentazione si terrà oggi pomeriggio alle 16 al Palazzo di Giustizia.

Parteciperanno gli stessi relatori previsti al convegno al carcere di San Vittore. Con la differenza che non potranno assistervi i detenuti, che in questi anni hanno lavorato in carcere al progetto formativo "Costituzione Viva", con gli stessi autori.