"Il Cpr di via Corelli deve essere chiuso"

"Vista la gravissima condizione in cui versa, riteniamo di dover immediatamente esprimere la nostra posizione per la sua immediata chiusura, a tutela del rispetto dei diritti umani e in tal senso depositeremo in Consiglio comunale uno specifico ordine del giorno". Sono 14 i consiglieri Pd a Milano che chiedono la chiusura del CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di via Corelli. Si tratta, per l’esattezza, di Daniele Nahum, Alessandro Giungi, Marco Fumagalli, Roberta Osculati, Simonetta D’Amico, Monica Romano, Natascia Tosoni, Federico Bottelli, Michele Albiani, Diana De Marchi, Luca Costamagna, Angelica Vasile, Valerio Pedroni e Beatrice Uguccioni. Il capogruppo Filippo Barberis non è tra i firmatari. La presa di posizione dei Dem è arrivata ieri in seguito alla seduta della commissione consiliare Welfare in cui si è approfondita la situazione dei CPR in generale e in particolare di quello di Milano. "Siamo venuti a conoscenza di una situazione di ancora maggior gravità rispetto a quella che già immaginavamo sulla condizione delle persone recluse nei CPR – fanno sapere i consiglieri del Pd nella loro nota congiunta –. In particolare, i dati sul consumo di psicofarmaci nel CPR di Milano sono nettamente maggiori rispetto a quelli di tutta Italia". Ma non può sfuggire anche un dato politico tutto interno alla maggioranza che governa Palazzo Marino e in particolare al Pd. Soltanto dieci giorno Marco Granelli, assessore comunale alla Sicurezza, aveva dichiarato che CPR e rimpatri sono necessari per allontanare chi commette reati. Parole che avevano suscitato la rivolta di diversi consiglieri di maggioranza. Ecco, allora, che l’annuncio di ieri suona, di nuovo, come una netta presa di distanza dall’assessore.

Gi.An.

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