Il cinismo dei narcos Dal Rambo in mimetica alle onoranze funebri "Metti il fumo col morto"

Tonnellate di droga dalla Spagna, blitz di Dda e Finanza: 42 arresti. Così l’organizzazione eludeva i controlli anche durante il lockdown

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di Paolo Verri

Scatoloni che contenevano hashish e marijuana nascosti tra frutta e verdura, bancali di cibo e altri "carichi di copertura". È così che il gruppo di trafficanti smantellato da Dda e Gico della Finanza importava stupefacenti dalla Spagna. L’obiettivo era di inondare le piazze di Milano, Monza e del resto della Lombardia, principale mercato del gruppo di narcos che tra i clienti potevano contare anche su trapper e manager musicali. Non solo. Come scrive il gip Massimo Baraldo nell’ordinanza di custodia cautelare recapitata a 42 persone, l’organizzazione puntava ad allargare il giro ad altre province italiane e aveva contatti con la famiglia mafiosa barese Abbaticchio. Il gruppo era molto ben strutturato: tra i capi c’era un ex militare dell’Esercito, il quarantaduenne Rosario D’Onofrio alias "Rambo".

Sempre operativo anche durante il lockdown, nonostante all’epoca sospeso per motivi disciplinari, "con la divisa circolava per effettuare consegne di sostanza stupefacente o per recarsi a Milano a versare il denaro provento dello spaccio a cittadini cinesi affinché trasferissero illegalmente tali somme in Spagna". Operazioni che gli hanno fatto scalare rapidamente posizioni: "Era in gamba di brutto … è di famiglia mia ...sapeva cosa faceva", dice di lui Daniele Giannetto, anche lui al vertice dell’organizzazione, dopo l’arresto di D’Onofrio nel maggio 2020 per un carico di 40 chili di marijuana. Sempre all’ex militare era affidato il compito di "organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente" e di "reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico ‘in sicurezza’ dei bancali all’interno dei quali" erano contenuti hashish e marijuana. In manette pure il quarantacinquenne Giovanni Tilleni, dipendente di un’azienda di onoranze funebri: "È pieno di cc, polizia esercito... Solo i carri funebri non fermano... Sai come mi diverto quando ci fanno passare... Potrei portare il mondo", diceva divertito su Encrochat il 30 marzo 2020, in pieno lockdown. "Fumo mettilo col morto", il suggerimento dell’interlocutore. "E non è male, ci sto pensando", la risposta. Le Fiamme Gialle hanno stimato che tra 2019 e 2021 siano passate dalla Lombardia almeno 6 tonnellate di droga. La quantità sequestrata ammonta a quasi mezza tonnellata, a cui si aggiungono oltre mille ricariche per sigarette elettroniche a base di cannabinoidi. La banda aveva a disposizione anche armi – a procurare i ‘ferri’ era lo stesso D’Onofrio - e comunicava solo con telefoni criptati. Precauzioni che però non sono bastate a evitare di finire sotto la lente dell’aggiunto Alessandra Dolci e dei pm Sara Ombra e Rosario Ferracane, che hanno monitorato le attività del gruppo per due anni.

Gli incassi settimanali venivano portati dai narcos in un negozio di borse di via Canonica: il contante veniva trasferito all’estero col metodo hawala, o per dirla alla cinese fei chi’en, sistema informale di trasferimento di valori da uno Stato all’altro. Il giro di clienti era molto ampio: tra questi, da quanto è emerso dalle indagini, ci sarebbe stato un noto rapper vicino alla crew di Sfera Ebbasta, oltre a un altro cantante. In una conversazione intercettata nel giugno 2020 a bordo di un’auto tra uno degli indagati e un minorenne, il primo raccontava al secondo "di aver avuto come cliente" tale "Tano", legato "al rapper Sfera Ebbasta"; e sosteneva pure che Tano "gli era debitore della somma di 2mila euro per una precedente fornitura". In più, diceva di essere anche il ‘pusher di fiducia’ di un altro rapper, il ventisettenne Izi, "conosciuto grazie al manager di quest’ultimo che era un suo cliente abituale". I due artisti non sono indagati nell’inchiesta.

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