Il caso proroga di Meyer: "Lavoro a scelta condivisa"

Sala sull’irritazione del ministro: non decido da solo, sto parlando con tutti. Fontana: partire per nuova avventura. La Cgil: un altro anno non è scandalo.

Il caso proroga di Meyer: "Lavoro a scelta condivisa"

Il caso proroga di Meyer: "Lavoro a scelta condivisa"

Dopo il consigliere di nomina regionale Nazzareno Carusi, che su Facebook s’è affrettato a dichiarare che "tutte le proroghe, al di là di ogni migliore intenzione, rischiano di rappresentare un ostacolo al giusto rinnovamento", ieri è toccato al governatore Attilio Fontana intervenire a tamponare l’irritazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che pur "rispettosissimo delle prerogative del consiglio di amminiatrazione della Scala" non aveva esitato a far notare che sul futuro sovrintendente "si era convenuta una decisione diversa". Diversa dalla proposta che s’è materializzata lunedì in Cda, di prorogare per un anno l’incarico di Dominique Meyer e del direttore musicale Riccardo Chailly, in attesa del subentro rispettivamente di Fortunato Ortombina e Daniele Gatti che invece a Roma vorrebbero subito, alla scadenza dei titolari, febbraio 2025. Proposta che "per essere onesti non ho fatto io – ha ribadito ieri il presidente del Cda, cioè il sindaco Beppe Sala –. Nasce da un consigliere a cui tutti gli altri si sono subito associati". Tutti vuol dire anche i rappresentanti del Ministero e della Regione, il cui presidente Fontana ieri s’è detto sicuro "che si troverà un accordo all’interno del Cda", ma "noi dobbiamo partire per una nuova avventura con un nuovo sovrintendente che deve avere la possibilità di entrare e impostare un lavoro".

Anche Sala smussa gli angoli, spiegando che in Cda pure lui, "da ultimo", s’è detto d’accordo con la proroga "dato che il mio scopo è tenere il consiglio unito", e che comunque non è stata votata una delibera "perché il lavoro che sto facendo è di risentire tutti i protagonisti", dai soci privati (che spingono per la proroga di Meyer) al ministero dove Sangiuliano "si aspettava che decidessimo con immediatezza per un cambio a febbraio del prossimo anno; gli ho spiegato che non sono solo io che decido e gli ho prospettato il valore di una decisione condivisa. Se ci si arriva senza nessun distinguo è una buona cosa. Ho parlato anche con Meyer, che sperava di chiudere il suo lavoro con il mio mandato". Cioè, nel 2026. "Non ci sarebbe niente di scandaloso in una proroga di uno o due anni con un passaggio di consegne condiviso, anzi sarebbe ragionevole", l’opinione di Paolo Puglisi, delegato Slc-Cgil del teatro. Che aggiunge: "Serve rispetto per il lavoro di Meyer e Chailly".

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