Il carcere e la città Per unirli nasce Off Campus "Insieme per nuovi progetti"

Aperto il terzo spazio dell’iniziativa di responsabilità sociale del Politecnico . Studenti e ricercatori svilupperanno forme innovative di didattica e di progettazione

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Avvicinare il carcere alla città e la città al carcere. È questo l’obiettivo del progetto “Off campus - Il cantiere per le periferie”, che ieri ha aperto un nuovo spazio, il terzo a Milano, dentro al carcere di San Vittore. Hanno partecipato all’inaugurazione Giacinto Siciliano, Direttore della Casa Circondariale “Francesco Di Cataldo”, il sindaco Giuseppe Sala, Francesco Maisto, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune ed Emilio Faroldi, Prorettore Delegato del Politecnico.

"San Vittore si trova nel cuore della città, eppure è ai suoi confini. Ne è escluso. Con questo nuovo spazio Off Campus, il Politecnico esce dalle sue mura per sviluppare insieme a docenti, ricercatori e studenti un nuovo tipo di ricerca. È una sfida, perché si tratta di uno spazio in cui anche fisicamente è difficile entrare. Ma con le nostre competenze riusciremo a creare una nuova narrazione sul carcere", è la convinzione della professoressa del Politecnico Francesca Cognetti, delegata del rettore alla responsabilità sociale.

Lo spazio ha l’ambizione di diventare uno strumento per costruire nuova consapevolezza sui luoghi di reclusione con una serie di iniziative concrete. Un’opportunità preziosa dal punto di vista di Giacinto Siciliano: "Il carcere ha bisogno di un confronto costante col mondo esterno per rialzarsi, per crescere. Il nuovo spazio fondato dal Politecnico introduce una visione diversa che servirà a delineare una nuova idea di carcere, nonostante tutte le difficoltà che da anni caratterizzano la struttura".

Difficoltà ben presenti al Garante Francesco Maisto, che ricorda il problema del sovraffollamento e delle criticità logistiche: "A San Vittore sono presenti 900 detenuti, ma dovrebbero essere almeno la metà. E poi ci sono condizioni di inciviltà, pensiamo alle celle delle donne con i bagni alla turca". Una realtà in netto contrasto con l’immagine di Milano: "A pochi passi dall’ingresso del carcere ci sono i cantieri della M4: come convivono questa progettualità per il futuro e questo contesto di immobilismo e arretratezza? La presenza del Politecnico porterà all’interno del carcere un pensiero progettuale di cui c’è disperato bisogno".

Diverse le linee di progetto che saranno sviluppate all’interno di Off Campus San Vittore: si va da forme di didattica innovativa destinate sia agli studenti del Politecnico che agli stessi detenuti, ad attività di progettazione e di ricerca, che avranno l’obiettivo di indagare la relazione tra carcere e città. Saranno inoltre messi a punto progetti per migliorare attivamente gli spazi di reclusione ed è prevista anche la costruzione di un archivio storico grazie al quale attingere alla memoria della struttura detentiva. In collaborazione con Università Bicocca e Università Bocconi, infine, sarà realizzata una “clinica legale“ per fornire supporto su questioni giuridiche a chiunque ne abbia bisogno. Fare tutto questo all’interno del carcere, secondo il professore del Politecnico Andrea di Franco, è "una sfida fondamentale che permette di uscire dalla zona di comfort e di andare oltre l’architettura di facciata. L’obiettivo è costruire una nuova progettualità insieme alle persone che normalmente non verrebbero coinvolte. Per essere più forte, la città deve guardare al carcere come una risorsa. Al contrario, espellerlo e demolirlo per creare nuovi spazi residenziali o commerciali farebbe di Milano una città più debole".

 

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